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In cantina
il Recioto
diventa
inclusivo

I disabili alle prese con la produzione del Recioto nell’azienda Le Albare  FOTO AMATO
I disabili alle prese con la produzione del Recioto nell’azienda Le Albare FOTO AMATO
I disabili alle prese con la produzione del Recioto nell’azienda Le Albare  FOTO AMATO
I disabili alle prese con la produzione del Recioto nell’azienda Le Albare FOTO AMATO

Il divertimento del fare: quando pigiare l’uva per il Recioto del 2021 diventa una festa. Ha avuto il sapore del ritorno a casa l’esperienza con cui 12 persone con disabilità che sono seguite dalla Cpl servizi di San Bonifacio (Centro di produzione e lavoro, cooperativa sociale di solidarietà) hanno vissuto una giornata in cantina a pigiare l’uva per il Recioto di Soave Docg. Ad aprire loro le porte, come era accaduto un anno fa, è stato Stefano Posenato, titolare dell’azienda agricola Le Albare di Montecchia.

Con un sorriso grande così Mirko, Andrea, Oscar, Loris, Daniele, Federico, Simone, Francesco, Marco ma anche Tina, Marcella e Lucia si sono presentati all’appuntamento. Firmeranno loro il Recioto solidale de Le Albare non solo perchè hanno effettivamente contribuito a farlo nascere occupandosi della fase di pigiatura delle Garganega che era stata posta in appassimento, ma anche per altre due ragioni.

Su tutte le 1.400 bottiglie che Posenato conta di produrre con i 40 quintali di uva pigiata, comparirà un’etichetta o un contrassegno che specificherà la natura inclusiva e solidale di quella stessa bottiglia. Alla Cpl ne saranno donate alcune e all’etichetta ci penseranno proprio i ragazzi protagonisti della pigiatura: sarà infatti proposto, come attività della cooperativa, un laboratorio di disegno finalizzato alla creazione dell’etichetta del Recioto «made in Cpl». Questo piccolo concorso coinvolgerà tutti e 12 i pigiatori e, alla fine, le bottiglie così personalizzate verranno proposte come strumento di autofinanziamento, con un’asta o altre iniziative a donazione libera. «Attività come queste, l’uscire dalla cooperativa, far qualcosa di pratico e vivere giornate in altre realtà è quanto di più entusiasmante i nostri ragazzi possano vivere, soprattutto di questi tempi, alla luce della drastica riduzione delle commesse che normalmente consentono un impegno para-lavorativo», spiegano Barbara Baldin e Sabrina Indizio, operatrici della Cpl che hanno accompagnato i ragazzi.

Lo hanno dimostrato loro stessi, con l’entusiasmo e la voglia di fare: «È bellissimo questo lavoro, è importante far fatica e concentrarsi su qualcosa», certifica Federico. Francesco, invece, ammette candidamente di accettare la fatica «perchè dopo c'è la pastasciutta», quella con tanto tanto ragù, lo stesso condimento preparato «dalla Silvana», cioè la mamma di Stefano Posenato.

Anche tra le donne entusiasmo alle stelle: «Avevo proprio bisogno di muovermi fuori, e avevo voglia di lavorare», dice Lucia affaccendata nell’impilare le cassette svuotate dall’uva e sciacquate sotto l'acqua. «È bello fare i disegni, ma son stufa di fare sempre e solo quelli: meglio muoversi», sentenzia. Le fa eco Marcella: «Che divertimento con queste cassette». Tina interpreta la giornata come il regalo per il suo compleanno. Le operatrici gongolano: «Di tornare qui lo hanno chiesto loro, perchè con Stefano e con la sua famiglia c'è stata sintonia dal primo momento.

È stato un modo straordinariamente bello di rompere la noia».

Paola Dalli Cani

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