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Illasi Valleys, estinto il debito delle imprese

L’avvocato Maria Cristina Sandrin
L’avvocato Maria Cristina Sandrin
L’avvocato Maria Cristina Sandrin
L’avvocato Maria Cristina Sandrin

«Una matassa assai ingarbugliata». Con queste parole l’avvocato Maria Cristina Sandrin ha commentato la sua ultima battaglia legale a difesa della rete di imprese iscritte al progetto Illasi Valleys. Una preoccupazione in meno per le 51 aziende dislocate sui territori della Val d’Illasi e Val di Mezzane che, dopo una serie di investimenti, si sono trovate a dover rientrare di ben 200 mila euro. Ma il debito, contratto soprattutto con gli istituti di credito, è stato estinto grazie alla «strategia d’attacco» adottata dalla Sandrin. Nel 2012 nasce il progetto Illasi Valleys che, con una serie di iniziative e un programma convincente, riesce ad attirare l’attenzione di alcune imprese dell’Est veronese e di parte del comprensorio della Lessinia. Il programma mirava a rendere complementari i servizi offerti dalle singole aziende partecipanti sottolineandone l’eccellenza made in Italy e attirando così un turismo sempre più in aumento. Alcune delle idee avanzate dagli stessi promotori riguardavano la realizzazione di pacchetti turistici tematici, percorsi di formazione interni, creazione di strumenti di promozione a supporto del visitatore sia in formato cartaceo (brochure e opuscoli), sia attraverso specifiche app e mappature digitali. Ogni impresa aderente partecipava con una quota d’iscrizione di 10 mila euro. Soldi che, una volta uniti in un fondo «societario», sarebbero stati usati per il coronamento delle diverse iniziative. Alcune di queste realizzate, altre sfumate come lo stesso progetto che oggi non esiste più. Le aziende parte della rete comprendevano l’alta ristorazione (tra le quali Ristorante 13 Comuni a Velo Veronese, Il Bacco d’Oro nel Comune di Mezzane di Sotto, Villa Ballarini a Cellore d’Illasi, Ristorante Micheline a Tregnago, Trattoria la Torre in centro a Mezzane di Sotto e Qualità Club in località Campidello a Illasi) le cantine vinicole con le loro produzioni tipiche (per citarne alcune: le aziende agricole di Romano dal Forno, Tenuta Sant’Antonio, Cottini, Agostino Vicentini, Villa Canestrari, Frantoio Bonamini), b&b e strutture ricettive come il Relais Villa Aldegheri,Casa del Brigante Tomasin, mentre tra i fornitori di servizi hanno aderito Irene Viaggi e Terra e Cielo Viaggi. «FORSE NON ERAVAMO abbastanza preparati», ha detto con rammarico Armando Castagnedi, titolare di Tenuta Sant’Antonio e uno tra gli aderenti al progetto, «o forse ci siamo fidati di persone che non avevano le nostre stesse idee». «Diciamo piuttosto che il programma, di fatto un validissimo programma», interviene precisando Maria Cristina Sandrin, «è stato amministrato male». «Inoltre», continua l’avvocato, «questo fallimento ha scoraggiato fortemente le stesse imprese che ora come ora non se la sentono di avventurarsi in altri progetti simili. Sul fallimento di Illasi Valleys è intervenuto un altro aderente, Romano Dal Forno, titolare dell’omonima azienda che con sarcasmo ha specificato:«Le società devono essere gestite da un numero dispari di persone e mai superare il numero tre», negando implicitamente la possibilità di aderire in futuro al progetto, qualora venisse riproposto. «Nonostante la diffidenza iniziale, ho accettato di prenderne parte con la speranza di poter offrire al turista un qualcosa in più oltre ai prodotti e servizi nostrani», ha continuato il produttore che, sulla cattiva amministrazione, ha poi puntualizzato: «La gestione finanziaria è stata condotta con tanta leggerezza, probabilmente dovuta alla mancanza di esperienza». •

Valentina Gioia

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