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Il primo giorno al Chiarenzi per gli anziani scampati al rogo

Vigili del fuoco ancora all’opera ieriL’arrivo di un ambulanza con un anziano all’ex ospedale Chiarenzi
Vigili del fuoco ancora all’opera ieriL’arrivo di un ambulanza con un anziano all’ex ospedale Chiarenzi
Vigili del fuoco ancora all’opera ieriL’arrivo di un ambulanza con un anziano all’ex ospedale Chiarenzi
Vigili del fuoco ancora all’opera ieriL’arrivo di un ambulanza con un anziano all’ex ospedale Chiarenzi

«Semo salvi!». Pensiero semplice, estremamente concreto da cui, ora, ripartire. Arriva da questa frase di alcuni degli ospiti della Ca’ dei nonni andata in fumo, trasferiti da giovedì pomeriggio al Chiarenzi di Zevio, la ricetta per ripartire: lo si fa dal dato più importante e cioè che dei 76 ospiti della struttura per anziani e dei sette della comunità alloggio per disabili, nessuno si è fatto male. In cinque erano stati portati in pronto soccorso a Legnago (oltre a due carabinieri arrivati autonomamente), sei a San Bonifacio (ma anche una operatrice) ed uno a Villafranca con qualche malessere. Controlli accurati e poi tutti a casa. «Tranne un ospite che pensava di dormir meglio in ospedale ma alle 12.30 di ieri ha preso possesso del suo posto letto a Zevio». Lo racconta Maria Grazia Luzzardi, coordinatrice dei servizi della Cooperativa servizi assistenziali (Csa) che aveva in gestione Ca’ dei nonni. «La prima notte è andata abbastanza bene, un po’ di confusione, ma tutto ok», rassicura. Tutto a posto con i farmaci, «perché i vigili del fuoco si sono infilati subito nella farmacia della struttura recuperandone sette scatoloni». E poi con le cose fondamentali per un anziano, «perché, essendo giorno, tutti gli ospiti avevano in bocca la propria protesi dentaria». Inoltre, tutto bene con i pasti, «grazie alla generosissima disponibilità delle suore della casa di riposo di Ronco all’Adige che hanno garantito i pasti caldi e dove andranno in supporto i nostri cuochi». E, infine, con i materiali di prima necessità per gli anziani ed il loro accudimento, «perché in soccorso sono arrivate le forniture dalle nostre strutture attive tra Veneto e Lombardia e perché la biancheria piana era già tutta disponibile al Chiarenzi per fronteggiare l’eventuale emergenza Covid-19». Già, il Covid c’è sempre e queste persone sono uscite dall’isolamento solo per forza maggiore. «Vogliamo quanto prima incontrare le famiglie per organizzare le visite, informarle dei bisogni e affrontare anche il tema dell’attesa», dice. «Andremo avanti», dice Claudio Cuoghi, che di Csa è il presidente. «Andremo avanti a testa bassa e rimboccandoci le maniche. Ripristineremo quanto prima il servizio, altrove o ricostruendo: siamo tramortiti, è vero, la preoccupazione del mutuo da pagare c’è ma se oggi non posso che dire grazie al sindaco Diego Ruzza e al direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi, pronti a darci una mano in tutti i modi, domani dobbiamo già pensare a cosa vogliamo fare». C’è però anche un ieri, quello del rogo: «Ad aprile avevamo scoperto un problema all’inverter dei pannelli solari, ma a causa del fallimento della ditta e quindi solo dopo due mesi è stato tutto sistemato da una ditta tedesca. Per noi era tutto a posto, ma ora nascono gli interrogativi su quel malfunzionamento. La struttura è andata a fuoco partendo dal soffitto ed il fumo ha iniziato ad uscire da un angolo del tetto». Cuoghi non ha dubbi sulla qualità del costruito: «Struttura fatta bene, progettata per resistere, e infatti il solaio tra il primo ed il secondo piano ha tenuto tre ore e mezza, ma non per essere indistruttibile». Poi ci sono stati gli operatori la cui prontezza di spirito, rapidità di intervento e preparazione hanno suscitato un unanime coro di apprezzamento. «Professionisti e persone splendide alle quali si sono aggiunti operatori rientrati subito da ferie e riposi: abbiamo fatto squadra anche quando abbiamo chiamato nel pomeriggio le famiglie, raccontando che non si apre alle visite solo per tutelare gli anziani, perché c’è il Covid». Sono stati alcuni dipendenti, ieri mattina, a provvedere alla colazione calda: lo hanno fatto portandosi da casa alcuni forni a microonde. Soluzione pronta, d’emergenza, per una situazione temporanea al momento senza un termine: «Qua gli spazi non mancano, anzi: da lunedì ripartiremo con ginnastica di gruppo, gioco con gli educatori, stimolazione cognitiva», annuncia Luzzardi. La risposta è quel «va ben» che alcuni ospiti le hanno detto commentando il fatto di starsene, per un po’, a Zevio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paola Dalli Cani

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