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Il paese ricorda i due partigiani fucilati dai fascisti

Ricorre oggi il 78esimo anniversario della fucilazione dei partigiani Danton e Perseo. Anniversario che verrà ricordato da una cerimonia civile che prevede alle 8.45 il raduno al monumento ai Caduti di tutte le patrie nella campagna di Russia, o di Nikolajewka. Alle 9 si snoderà il corteo che attraverserà il centro storico. Alle 9.30 verrà celebrata la messa i suffragio dei caduti soavesi per la patria e la libertà nella chiesa parrocchiale. Accompagnerà il corteo il corpo bandistico Monsignor Aldrighetti di Soave. Alle 10.30 è previsto il momento commemorativo in sala Giuseppe Garribba, nel Palazzo di Giustizia. Interverranno il sindaco Matteo Pressi, il presidente provinciale dell’associazione nazionale partigiani d’Italia Andrea Castagna, quello dell’Anpi locale Antonio Tosadori e Federico Melotto, presidente dell’Istituto veronese per la storia della resistenza e dell’età contemporanea. Al termine il cantautore Pierpaolo Adda canterà La ballata di Danton e Perseo. Sono passati 78 anni da quella pagina di storia: la Soave di oggi è un luogo diverso da allora. «Nonostante gli anni passino e le testimonianze dirette diventino sempre più rare, Soave ogni anno si impegna ad affrontare e riflettere sugli accadimenti di quel giorno e dell’intero ventennio», sottolinea il presidente dell’Anpi di Soave Antonio Tosadori. «Non semplicemente per obbiettivi commemorativi, ma perché quegli eventi hanno dato inizio a un percorso di civiltà, la cui continuazione è affidata a un nostro doveroso impegno». Il camion partito dall’ex caserma dei carabinieri vicino al Teatro Romano di Verona entra a Soave verso le 8 dell’8 dicembre 1944. All’altezza di Porta Verona si ferma: trasportano Danton e Perseo, alias Ardineo Ceoloni e Matteo Benetton, seduti su due bare. I due partigiani soavesi scendono dalla camionetta: di loro rimane un corpo straziato e consumato da giorni di torture, la loro anima non c’è più. I due ragazzi di 20 e 22 anni non avevano rivelato i nomi dei compagni partigiani attivi sui monti della Lessinia. Giudicati e condannati a morte da un tribunale militare straordinario, vengono giustiziati di spalle davanti alle due bare dai fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana nel loro paese, di fronte ai propri concittadini, quale monito per coloro che si fossero schierati dalla parte dei partigiani.•.

Zeno Martini

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