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Il Grand tour a piedi della Lessinia orientale

Un tratto del  Cammino dei Sette Vulcani
Un tratto del Cammino dei Sette Vulcani
Un tratto del  Cammino dei Sette Vulcani
Un tratto del Cammino dei Sette Vulcani

“Il Cammino dei Sette Vulcani parte col piede giusto” ha esordito Andrea Pasqualini, anima pulsante del progetto presentato nella sala conferenze del Museo dei fossili di Bolca, rivolgendosi alla platea da tutto esaurito dopo prenotazioni online e green pass all’ingresso. Se è possibile scoprire qualche aspetto positivo del lockdown questo è uno di quelli che ha saputo mettere insieme idee, progetti e lavoro sul campo, grazie al Vestenastock Aps (Associazione di promozione sociale). Una miccia che in altri tempi probabilmente si sarebbe spenta e invece è una realtà già fruibile su www.camminodeisettevulcani.it che illustra tappa per tappa i 100 chilometri del percorso ad anello, a cui si può accedere in qualsiasi punto. Sul sito ci sono anche indirizzi e luoghi dove mangiare ed eventualmente dormire; informazioni su territorio, arte popolare, flora e fauna, musei lungo il cammino, notizie, curiosità e personaggi della zona. Con la possibilità per gli escursionisti di scaricarsi le tracce in formato gpx. Un sito al top il cui autore, Franco Massalongo, si è guadagnato l’applauso della sala, avendo centrato l’obiettivo di “valorizzare le nostre valli non semplicemente camminando, ma guardandosi intorno e scoprire bellezze che non avevamo notato”. Gambe in spalla, dunque, lungo sentieri dove strisce di colore azzurro su pietre o tronchi sono il filo di Arianna che guida gli escursionisti. Svelati i nomi dei Sette Vulcani del cammino che coniuga l’amore per la natura con la sua storia. “Sono i sette del circuito”, ha evidenziato Gianni Confente, il profe del gruppo, “ma camini vulcanici ce ne sono diversi in questo territorio”. E si parte dal Monte Calvarina di Roncà, del cenozoico e fra i più noti per essere stato sede dell’ex base Nato. Secondo è il Monte Madarosa con spettacolari basalti colonnari affiorati da una cava, sullo spartiacque tra San Giovanni Ilarione e Chiampo. Il Monte Guarda, a est di Vestenanova, dietro località Albaromatto (650 metri di quota) è il terzo. Sul Monte Purga di Bolca, quarto vulcano, i colonnari del cono vulcanico sono visibili sul versante nord-est, dove collassando hanno creato la “città dei sassi”; nelle cave di lignite (carbon fossile) sottostanti, nel secolo scorso, sono venuti alla luce spettacolari fossili di palme, tartarughe e coccodrilli. “Purga” deriva da Burg (antico tedesco) e significa fortificazione sopra un’altura di primitivi insediamenti dell’età del ferro e forse un castrum romano. Quinto vulcano, la Purga di Durlo nel vicentino, è un singolare camino dalla forma perfettamente conica e probabile postazione longobarda. Sul sesto vulcano di Monte Belloca, in territorio di San Giovanni Ilarione, i colonnari sono crollati dal versante est creando una gigantesca ed impressionante pietraia nera. L’anello del Cammino dei Sette Vulcani chiude in bellezza con i maestosi basalti colonnari di San Giovanni Ilarione, dove un’antica cava alle pendici della frazione Castello ha messo a nudo enormi colonne di pietra scura che si spingono verso l’alto, per un centinaio di metri, dal fondovalle alla chiesa della frazione. Un chilometro a nord anche il Monte del Diavolo presenta stupendi colonnari a sezioni esagonale o pentagonale. Corrado Olivieri ha presentato “Rue Selvadeghe”, percorsi in mountain bike che coprono una parte del Cammino dei Sette Vulcani e si allunga poi nella parte più bassa della vallata, nel territorio di Roncà. È consultabile sulla pagina Facebook “Valdalpon Strodi”. •.

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