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Il campo di Santa Maria si chiamerà Bianchi

L’inaugurazione del busto di Novilio Bianchi, dieci anni fa, da parte dell’allora sindaco Paolo Lorenzoni
L’inaugurazione del busto di Novilio Bianchi, dieci anni fa, da parte dell’allora sindaco Paolo Lorenzoni
L’inaugurazione del busto di Novilio Bianchi, dieci anni fa, da parte dell’allora sindaco Paolo Lorenzoni
L’inaugurazione del busto di Novilio Bianchi, dieci anni fa, da parte dell’allora sindaco Paolo Lorenzoni

Il campo sportivo che si sta costruendo a Santa Maria di Zevio sarà intitolato a Novilio Bianchi, figura che si è spesa in tutti i modi per tenere alto il calcio giovanile a Santa Maria. L’ha deciso il Consiglio comunale, approvando all’unanimità la mozione di Samuele Campedelli (Per Zevio), volta a tributare a Bianchi un riconoscimento che rimanga nella storia del calcio locale. Classe 1927, per guadagnarsi il pane, Bianchi faceva l’imbianchino e il tempo che gli restava libero dal lavoro lo riservava per intero a tenere alto il valore dello sport tra le nuove leve. «Ai giovani regalava tutte le sue risorse fisiche ed economiche, affinché il calcio di Santa Maria potesse svilupparsi e crescere. L’ha fatto sempre senza chiedere nulla in cambio. Per questo motivo chiedo al Consiglio di ricordare l’uomo in modo imperituro», ha motivato Campedelli in assemblea. Il capogruppo di Per Zevio ha proseguito aggiungendo ricordi personali sul patron scomparso nel 2010, dopo aver fatto sognare schiere di giovani. Ha evocato quando nella sua Fiat 124 Bianchi riusciva a stipare anche 7-8 ragazzi, per portarli a giocare in trasferta. «Bianchi non aveva un carattere facile, ma era una persona retta e disponibile con tutti. Con il suo braccio destro, Roberto Gasparo, pure lui scomparso, riuscì a portare il Santa Maria a vincere un titolo provinciale e alcuni giocatori della squadra a giocare nel settore giovanile del Torino e dell’Alessandria. A Santa Maria ha organizzato prestigiosi tornei notturni. Bianchi non aveva particolare disponibilità economica ma era ricco di umanità e di modestia», ha concluso il consigliere di minoranza. L’assessore Michela Andreoli è intervenuta per rimarcare come Bianchi sia morto in povertà, dopo aver dedicato vita e stipendi al calcio locale. Il vicesindaco Gabriele Bottacini ha preso la parola per annunciare che la maggioranza avrebbe dato il nulla osta all’intitolazione. «L’ipotesi, però, già era stata presa in considerazione», ha aggiunto il vicesindaco, rivendicano la primazia sull’intitolazione. «Già, presa in considerazione ma a cose fatte», ha polemizzato Campedelli ad assemblea conclusa. Già dal 2002, il campo sportivo parrocchiale della frazione ospita un busto di Bianchi, opera dello scultore Simone Scandola. A suo tempo, il patron non si divise soltanto tra le pitture e lo sport: fu anche consigliere comunale di fede socialista e componente del consiglio di amministrazione dell’ospedale Chiarenzi. In paese non sono pochi coloro che ancora ricordano Bianchi come l’incarnazione del calcio vero, quello di periferia che riesce ad integrare i giovani al di là di tutto. •

P.T.

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