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LEZIONE ON THE ROAD

Il Berti rimette in pista la via Romea Postumia

L'antico percorso dei pellegrini cristiani è stato studiato nei dettagli e trasformato in mappa georeferenziata con informazioni turistiche
I ragazzi del Berti in cammino lungo la via Romea Postumia, oggetto del loro studio
I ragazzi del Berti in cammino lungo la via Romea Postumia, oggetto del loro studio
I ragazzi del Berti in cammino lungo la via Romea Postumia, oggetto del loro studio
I ragazzi del Berti in cammino lungo la via Romea Postumia, oggetto del loro studio

Quasi 1.700 anni dopo un anonimo pellegrino di Bordeaux, i ragazzi dell'alberghiero Angelo Berti riportano alla luce l'antico percorso dei Romei da Verona a Vicenza, quello dei pellegrini che si mettevano in cammino per raggiungere Roma. È nata così, passo passo, Romea Postumia: il percorso che si andrà a innestare con le altre quattro Romee esistenti e cioè la Romea Allemagna (che parte dal Friuli Venezia Giulia), la Romea Aquileiense (dalla Slovenia), la Romea Annia (sull'asse Est-Ovest da Sermide) e la Romea Longobarda (da Badia Polesine verso Lucca e Pistoia). Tutto il loro lavoro, una mappa georeferenziata, sarà presentato venerdì, nell'Abbazia di San Bonifacio, ai sindaci dei luoghi toccati dalla Romea Postumia: Verona, San Martino Buon Albergo, Colognola ai Colli, Soave e San Bonifacio nel veronese, Gambellara, Montebello, Brendola, Montecchio Maggiore, Altavilla e Vicenza in terra berica. Ai sindaci verrà proposto di approvare il passaggio sul territorio e segnalare l'accessibilità del percorso anche attraverso cartelloni secondo i criteri del Cai.
Alla base di tutto c'è il Burdigalense, cioè il manoscritto di un anonimo pellegrino di Bordeaux che nel 333 d.C. compose il suo «Itinerarium a Bordegala Hierusalem», descrizione cristiana più antica di un itinerario pedestre da Bordeaux al Santo Sepolcro.
L'attenzione dei cento ragazzi coinvolti nel progetto (quattro classi di Chievo, Ca' di Cozzi, Caldiero e Soave), si è concentrata sul cammino tra Verona a Vicenza, che hanno percorso a piedi in un'inedita lezione on the road. Ci sono voluti quattro mesi di lavoro. Quattro le tratte coperte: la prima di otto chilometri nella Verona Romana (tra Porta Palio e Porta Vescovo), la seconda di 35 chilometri tra Porta Vescovo e l'Abbazia di Villanova, la terza di 15 tra Villanova e Gambellara e infine la tratta fino a Vicenza di 25 chilometri.
I ragazzi la Romea Postumia l'hanno riportata alla luce in chiave alberghiera: sono partiti dalla ricerca dei reperti architettonici indicati dal Burdigalense e hanno ampliato l'antica mappa con informazioni a misura di pellegrino 2.0: agriturismi, strutture di accoglienza, servizi. L'obiettivo è trasformare una tradizione millenaria in strumento di salvaguardia e valorizzazione del territorio. «Una delle emozioni più grandi è stata quella della scoperta dei segni dell'antico tracciato», dice Tino Turco, insegnante che ha coordinato il progetto, «perché sono affiorate tantissime testimonianze che raccontano il territorio anche dal punto di vista artistico e religioso». È stato un percorso multidisciplinare tra educazione fisica, religione, storia. «Sorprendente è stato imbattersi nei pellegrini di oggi, e sono tanti», dice Turco, «che cercando un modo nuovo di intendere la vita, i rapporti con l'ambiente e con gli altri, si mettono in cammino lungo queste strade antiche». Soffisfatto Antonio Benetti, dirigente del Berti: «I ragazzi si sono confrontati con la storia, attualizzandola così da farla diventare conoscenza». P.D.C.

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