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Guadagna solo chi ha bisogno

Il reparto abbigliamento del mercatino sambonifacese
Il reparto abbigliamento del mercatino sambonifacese
Il reparto abbigliamento del mercatino sambonifacese
Il reparto abbigliamento del mercatino sambonifacese

Puoi donare ciò che non usi più, puoi recuperare «riacquistandolo» ciò di cui qualcun altro si è disfatto e da questi due gesti semplici può passare la possibilità concreta, per una persona o per una famiglia, di superare una situazione di difficoltà ed evitare che diventi emarginazione. Succede da 55 anni a San Bonifacio dove dall’intuizione di un gruppo di parrocchiani nacque l’idea di un mercatino in cui a guadagnare fosse solo chi ha davvero bisogno: non si tratta dell’economia circolare diventata così di moda, ma di economia sociale perchè la logica non è ricavare qualcosa da ciò che non si utilizza più ma donarla perchè altri la possano acquistare e quei proventi possano sostenere situazioni di bisogno. Succede tutte le settimane in viale delle Fontanelle 38 dove l’Associazione missionaria di San Bonifacio-Organizzazione di volontariato, apre le porte del suo capannone per ricevere ciò che non si usa più e trasformarlo in protagonista del suo mercatino del mercoledì (ore 14-16) e del sabato (ore 9-11) che nel 2018, tra offerte e beni, ha permesso di mettere insieme oltre 200mila euro diventati solidarietà concreta. Quando nacque, l’iniziativa era stata pensata come modalità per mettere insieme risorse preziose per i missionari sambonifacesi impegnati nelle aree più povere del mondo: era l’evoluzione dell’idea iniziale di trasformare in denaro la carta ed il cartone che qualcuno buttava ma che per altri costituiva materiale prezioso. Su quel primo «mattone» i volontari, che oggi sono 228 e sono guidati dal presidente Roberto Pace, hanno costruito una realtà solida che non ha perso per strada la sua origine: ancora oggi, in convenzione con il Comune, il servizio di raccolta carta viene portato avanti assieme, però, a quello del vetro, degli ingombranti, alla gestione delle isole ecologiche di San Bonifacio e Locara tanto per fare alcuni esempi. Da quello sparuto gruppo di volontari animati dall’idea che ogni persona ed ogni oggetto abbiano un valore e che dunque vadano rispettati, è cresciuta una realtà che oggi dà lavoro a 12 persone, conta su altrettanti mezzi ed è diventata un punto di riferimento fondamentale per associazioni ed istituzioni dell’Est veronese e dell’Ovest vicentino che, grazie ad una rete molto articolata, mettono la persona al centro: da qui, ad esempio, iniziano il loro percorso di rieducazione e reinserimento persone che escono da esperienze di dipendenza (sei nel 2019, tre nel 2020) o persone che sperimentano l’integrazione lavorativa (Sil) o il lavoro con «borsa sociale» ma anche chi, su segnalazione del Tribunale di Verona, sceglie percorsi di giustizia riparativa (lavori di utilità pubblica che hanno impegnato sia lo scorso anno che quest’anno tre persone). C’è la persona, coi suoi diritti e la sua dignità al centro, e allora all’Associazione missionaria chi non ha un tetto può trovare un luogo dove fare una doccia e cambiarsi d’abito, in alcuni casi trovare un rifugio d’emergenza: il sostegno a chi è in missione nel mondo non è mai venuto meno ma è sempre più spinto l’impegno dei volontari verso le povertà della porta accanto, quelle che, nel sentire dell’associazione, dovrebbe impegnare ogni cittadino per ciò che è, davvero, bene comune. •

Paola Dalli Cani

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