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Green pass, le feste di paese nel caos

Una sagra  in provincia
Una sagra in provincia
Una sagra  in provincia
Una sagra in provincia

Manifestazioni e il caos Green pass. Nei manifesti di annuncio di molte manifestazioni che si tengono in questi giorni l’obbligo non c’è, ma qualche giorno prima dell’evento ecco che l’obbligo scatta a sorpresa e allora c’è chi protesta. Colpa, a sentire gli organizzatori, di poca chiarezza sulle norme appena introdotte e di tante (troppe) libere interpretazioni, ma anche un modo per fare i conti con le enormi responsabilità che si trova sulle spalle chi organizza e che, alla fine, sceglie la linea della massima tutela. C’è chi le regole le ha scritte chiare da subito, come i Gastrofili nell’organizzare domenica scorsa il battesimo dell’Osservatorio astronomico Parco della Lessinia a Selva di Progno: inaugurazione all’aperto libera, visita all’Osservatorio con certificazione verde. Lo stesso si può dire per Comune e associazioni di San Bonifacio che per domani, sabato a tutto Verdi, il Green pass lo prevedono esclusivamente per La Traviata alla Motta e non per chi invece passeggia per gustarsi le tante proposte del centro. C’è poi chi ha corretto in corsa, come gli Acini di strada del Motogiro andato in scena sabato scorso a Monteforte d’Alpone oppure come il Comune e le associazioni di San Giovanni Ilarione che domenica pomeriggio ospiteranno «Il divino cammino» con Alessandro Anderloni e Mauro Palmas. C’è ancora chi, come il gruppo del Palio delle contrade di San Bonifacio, prima ancora di uscire coi manifesti del Palio di domenica 12, sa già che allo stadio Tizian accederà solo chi ha il Green pass e c’è, infine, la Pro loco di Monteforte d’Alpone che per le iniziative in piazza previste la settimana prossima per i 90 della Festa dell’Uva, si troverà costretta ad affiggere cartelli con cui ricordare che le responsabilità relativamente al rispetto delle norme anti Covid-19 ricade sui singoli partecipanti (e alla pandemia nel manifesto si fa riferimento solo per il possibile variare delle regole vigenti). Insomma, di tutto un po’ col risultato di tranquillizzare molti a scapito del malcontento di altri. «Mi ero iscritto al Motogiro e qualche giorno prima dell’evento mi è arrivata la telefonata degli organizzatori che facevano presente l’obbligo, mai emerso prima, di Green pass. Per me», segnala Salvatore Randazzo, «è stato un eccesso di cautela che travalica le regole. Alla fine non sono andato perché non volevo mettermi a discutere ma, dico io, il supermercato è luogo chiuso eppure lì il Green pass non me lo chiede nessuno». Ciò che dice il Governo in una delle risposte alle domande frequenti è piuttosto chiaro: l’obbligo di Green pass scatta per «spettacoli aperti al pubblico che si svolgano in luoghi che consentano di limitare l’ingresso degli spettatori e non si applica laddove gli eventi si svolgano in luoghi all’aperto privi di specifici e univoci varchi di accesso. Per sagre e fiere locali vige l’obbligo della certificazione verde». Dagli Acini di strada spiegano di essersi posti la domanda, «ma a fronte di 5 persone interrogate, abbiamo ricevuto 5 risposte diverse e lo stesso è accaduto ponendo il problema in direttivo. Abbiamo scelto la cautela, anche perché comunque entravamo in una cantina dove è allestito un percorso museale, abbiamo richiamato tutti e alla fine abbiamo perso 10 dei 70 iscritti. Ci dispiace ma la responsabilità era troppo grande». È più o meno lo stesso ragionamento che hanno fatto a San Giovanni Ilarione: «È vero, sui manifesti non si fa cenno al Green pass. Poi, però, abbiamo pensato che possa anche piovere e quindi sia necessario cercar rifugio al coperto come, del resto, luogo chiuso sono anche le gallerie del bunker 44: abbiamo preferito la tutela completa per chi organizza», dice dal Comune Alessandra Zandonà. E così la conferma di prenotazione all’evento arrivata per chi vuole partecipare ricorda l’obbligo di certificazione verde sia per la rappresentazione itinerante (gallerie e l’area esterna di due chiese) che per la cena all’aperto. A Monteforte sul tema Green pass la Pro loco spalanca le braccia: «Per gli eventi in piazza aperta, sebbene l’obbligo non ci sia, dovremo affiggere manifesti per ricordare a chi interviene la propria responsabilità personale, il che significa che in caso di controllo le eventuali ammende sono in carico solo ai singoli. Dove ci siano transenne o varchi, la responsabilità sarà anche nostra». Ma come può esistere un controllo se non c’è obbligo? Ci si può trovare in piazza perché la si sta attraversando e infatti pure questo chiarisce il Governo nelle Faq. Il presidente Germano Tessari alza gli occhi al cielo: «Se vogliamo fare, dovremo fare così».•.

Paola Dalli Cani

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