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Da Caldiero ai festival mondiali: la storia

Giulio, il mago del launchpad da 52 milioni di visualizzazioni su Youtube

La storia
Giulio Cavalleri con la sua tastiera durante l’esecusione di un brano
Giulio Cavalleri con la sua tastiera durante l’esecusione di un brano
Julius Nox conquista il mondo della musica

In Italia lo conoscono in pochi ma se su Google si digita Julius Nox si apre una canale di You tube che fa 353 mila iscritti e 52 milioni di visualizzazioni. Julius Nox è l’alter ego artistico di Giulio Cavalleri, tecnico informatico venticinquenne di Caldiero. A vederlo, capello corto e occhiale da nerd, come dice la fidanzata Enrica, mai penseresti che hai di fronte il pioniere italiano del launchpad, la tastiera (tecnicamente si dice controller) che attraverso un programma informatico associa ad ogni tasto un suono (o anche una canzone intera) costruendo dunque melodie nel contesto della musica elettronica.

Mai penseresti, poi, che sia volato fino a Mumbay e che sia stato uno dei tre super ospiti musicali (con trasferta pagata) del Techfest, il festival della tecnologia che ogni anno viene promosso dall’università indiana (e che quest’anno ha ospitato anche il Premio Nobel per l’economia 2007 Eric Stark Maskin ed il fisico Raphael Flauger) e che riserva una parentesi anche alla musica.

 

 

 

«Mi sono ritrovato così a suonare davanti ad un pubblico di 13 mila persone», racconta. A far musica erano in tre provenienti da varie parti del mondo e lui in India ci sarebbe dovuto andare già lo scorso anno. «Mi avevano invitato», spiega riferendosi ai numeri da capogiro che la sua musica registra, «ma tutto sarebbe stato a mio carico e ho dovuto rinunciare», ammette. Immaginarsi la soddisfazione quando, qualche mese dopo, gli organizzatori della tre giorni a tutta tecnologia hanno rinnovato l’invito accompagnato, stavolta, da un ingaggio a spese zero.

A consacrarlo, ormai sei anni fa, è stata la sua personale interpretazione di Pirati dei Caraibi, «un brano che è stato visualizzato da 16 milioni di persone nel mondo e che è stata la seconda pubblicazione dopo una prima cover nel 2013», racconta. E dire che ha cominciato quasi per gioco, undici anni fa, aprendo il canale You tube sul quale periodicamente caricava i video delle sue esibizioni al pianoforte. Poi, complice il cugino Michele, c’è stato l’incontro con il launchpad e le prime sperimentazioni con le quali Giulio ha trasferito sulla tastiera le competenze acquisite in anni e anni tra i tasti bianchi e neri e pure come componente dei Dirty mouth, una band veronese. Il debutto in rete con la sua prima «creatura» launchpad è stato nel 2013, l’anno dopo l’esplosione con Pirati dei Caraibi.

«Oggi le aziende leader che producono questi dispositivi nel mondo me li mandano e mi chiedono di girare testarli ed utilizzarli girando dei video promozionali per loro», spiega soddisfatto. Se a livello internazionale è un talento riconosciuto, in Italia è l’idolo di una nicchia di appassionati: «Credo che tra tutti quelli che mi seguono, gli italiani siano circa un 10 per cento», dice, ma questo non lo ferma, tutt’altro. Crea cover, ma anche inediti (ne ha 12 all’attivo) e nel tempo libero che gli rimane scatta foto e gira video: «Cosa voglio fare da grande? Poter vivere delle mie passioni», dice. «Sarebbe il massimo». •

Paola Dalli Cani

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