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Gino il camper porta in viaggio gli esperti di vini e di racconti

La famiglia in partenza col camper Gino: percorreranno 5.500 chilometri
La famiglia in partenza col camper Gino: percorreranno 5.500 chilometri
La famiglia in partenza col camper Gino: percorreranno 5.500 chilometri
La famiglia in partenza col camper Gino: percorreranno 5.500 chilometri

Un camper un poco datato - ha 35 anni - mamma, papà, i loro bimbi di 5 e 7 anni e 5500 chilometri da percorrere attraversando 17 regioni per far tappa in una cinquantina di aziende vitivinicole italiane. È questa la formula di Fabio Piccoli e Lavinia Furlani, giornalisti di settore, direttore e presidente di «Wine meridian» (e marito e moglie) hanno trovato per opporsi all’immobilità del Covid-19: mettendosi in movimento. Un obiettivo che hanno scritto anche sulle fiancate dell’attempato «Gino», il loro camper: «We trust in our future», ovvero «crediamo nel nostro futuro». «Wine meridian» è primo magazine online italiano, interamente dedicato al vino italiano nel mondo, ed è nato a San Martino Buon Albergo, dove abitano Fabio, Lavinia ed i figli Anna e Biagio. «L’idea è di provare a rompere lo schema della paralisi e dell’attesa che ha seguito il lockdown, andando a trovare i produttori e condividendo esperienze, ma anche tradizioni e produzioni: la formula è il viaggio, antitetico per definizione a quel distanziamento sociale che è alla base dei timori di chi produce qualcosa, il vino, che fa rima con convivialità, incontro, piacere», spiega Piccoli. Fin qui l’idea, nobile negli obiettivi e decisamente alternativa nelle modalità, sulla quale però entrambi hanno cominciato a credere fortemente quando, dopo averla pubblicata sul portale, si sono trovati travolti dalle richieste che «Gino» facesse tappa in questa e quell’altra azienda agricola. «In un momento in cui le persone ancora si muovono poco, la ristorazione ha rallentato e le occasioni di incontro pure; rimettere invece in moto, anche così, le cose è un modo gioioso che riaccende la fiducia», dice Piccoli. Anche per questo i pranzi e le cene non saranno nei sei metri quadrati e mezzo del camper, ma in trattorie e agriturismi fuori dai circuiti principali, per sostenere così, e al tempo stesso portare il loro messaggio, anche il mondo della ristorazione italiana. Nelle cantine, ad ogni tappa, i due coniugi raccoglieranno la storia delle aziende e dei vini che ne rappresentano l’identità: «I vini li condivideremo con i turisti che, fino al 5 agosto, incontreremo nei campeggi o nelle aree di sosta, ma anche con i produttori di altre regioni, mentre le storie diventeranno parte integrante del nostro racconto di viaggio destinato ad essere pubblicato». La partenza è stata venerdì sera da Cascina Albaterra, quella splendida realtà immersa nelle colline di Castelcerino di Soave dove quattro anni fa l’azienza agricola Coffele ha abbracciato il progetto di promozione sociale della Onlus «Sulle Orme» la quale, nella vicina Fittà, da 15 anni offre un tetto e una famiglia a chi diversamente conoscerebbe solo la strada. In Cascina, gli animali forniscono la materia prima di alcune produzioni biologiche di qualità, lavorate dagli «ultimi» per finire sulle tavole della trattoria sociale «Cinque pani e due pesci» di Fittà; al tempo stesso, si contribuisce alla salvaguardia del ciclo naturale e della biodiversità. Da due anni, sempre «accogliendo la fragilità per coltivare la dignità», sono nati «El frissante» e «El bianco», due vini ottenuti da uva Garganega coltivata con agricoltura sociale. «Non potevamo che partire da qui», dicono Fabio e Lavinia, «da una realtà che rappresenta la speranza e la fiducia, nel luogo dove la terapia del paesaggio è realtà». A «Gino» per partire, mancava solo la benedizione: ci ha pensato don Paolo, usando una bottiglia di «Frissante» ma soprattutto le sue parole di invito a «non arrendersi alla distanza di una disumanizzazione organizzata!». •

P.D.C.

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