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Funerale e sepoltura in differita Scoppia la polemica su Arturo

Arturo Giannini, 81 anni è deceduto. Polemiche sul suo funerale
Arturo Giannini, 81 anni è deceduto. Polemiche sul suo funerale
Arturo Giannini, 81 anni è deceduto. Polemiche sul suo funerale
Arturo Giannini, 81 anni è deceduto. Polemiche sul suo funerale

Muore un ex clochard e scoppia la polemica tra opposizione e maggioranza. Da una parte c’è chi denuncia un trattamento irriguardoso nei confronti del defunto, dall’altra il sindaco replica che non c’è stato proprio e che anzi, l’amministrazione comunale da anni aiutava la persona deceduta. A muovere le acque un’interrogazione del consigliere Mirko Magagnotti (Linea comune) che chiede all’amministrazione comunale per quale ragione si sia stato celebrato il funerale di sabato e sia stato sepolto l’anziano ex clochard soltano il lunedì. «Il signor Arturo Giannini, noto per il disagio sociale è deceduto per cause naturali. Il primo febbraio alle dieci ci sono stati i funerali nella chiesa parrocchiale di Peri, ma l’uomo è stato sepolto il 3 febbraio. Chiedo all’amministrazione comunale perchè siano trascorsi due giorni tra il funerale e la sepoltura. E domando se le cause siano imputabili ad aspetti di carattere autorizzativo, organizzativo o burocratico vista l’anomalia, rispetto agli usi del nostro Comune, nella tempistica adottata», dice Magagnotti nella sua interrogazione. Ma il sindaco Massimiliano Adamoli, (Paese mio) smorza subito la polemica. «Abbiamo seguito Arturo per anni, era ben voluto da tutti. Ed è stato grazie a noi che ha potuto percepire la sua pensione in posta visto che gli abbiamo dato anche la residenza. Gli abbiamo anche trovato una sistemazione logistica. Era lui a dirci che faceva fatica a stare dentro le case. “Me sento stofegar“ ci diceva, e noi a dirgli che invece doveva stare al caldo. Quindi davvero rimando al mittente possibili insinuazioni. È vero», ammette il sindaco, «che il funerale è stato celebrato sabato e la sepoltura è avvenuta di lunedì. Ma non per mancanza di rispetto. Abbiamo soltanto due preti che debbono celebrare le messe sia a Dolcè che a Peri. Il sabato hanno tre messe, non ci stanno dietro. E anche per quanto riguarda il cimitero, il sabato c’è soltanto un operaio al lavoro e per posizionare la bara in terra servono due operai. Per questo, anche in accordo con il parroco abbiamo celebrato la funzione religiosa il sabato e poi abbiamo sepolto il corpo lunedì. Nel frattempo, la bara sigillata è stata custodita nella cella mortuaria. Non ci sono state discriminazioni, ripeto, Arturo era ben voluto da tutti, quando è arrivato da noi stava sempre su una panchina. Aveva passato anni sotto un ponte a Trento e qui ha trovato accoglienza, in parrocchia, in collaborazione con l’amministrazione comunale». E conclude: «Con il parroco ci siamo consultati ed è probabile che non verranno più celebrati funerali al sabato». Arturo era originario di Torino e per anni aveva avuto residenza a Ravenna. Era elettricista e aveva lavorato anche in una ditta di impianti di Verona, percepiva una pensione di poco più di 600 euro al mese. Dopo quattro anni vissuti sotto un ponte, si era poi spostato vicino a Trento e ancora a Rovereto, quindi a Dolcè dove è deceduto, ma dove aveva trovato una grande famiglia ad accoglierlo, e per sua stessa ammissione si trovava bene in comune. •

A.V.

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