<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
A Illasi

Focolaio in casa di riposo: colpiti 42 ospiti su 82

La Casa di accoglienza Baldo Sprea di Illasi
La Casa di accoglienza Baldo Sprea di Illasi
La Casa di accoglienza Baldo Sprea di Illasi
La Casa di accoglienza Baldo Sprea di Illasi

«Siamo stati bravi, ma anche fortunati». Lo disse Loris Zanoni, presidente della Casa di accoglienza Baldo Sprea di Illasi quando il pericolo della prima ondata di Covid-19 stava ormai scemando. Con la seconda, invece, pur restando la bravura e l’esperienza accumulata nella precedenza emergenza, la fortuna è venuta meno perché sono ad oggi 42 gli ospiti anziani positivi su 82 e 6 gli operatori su 65 presenti nella struttura. Occorre precisare che si tratta di persone tutte asintomatiche o paucisintomatiche e tre degli operatori stanno terminando il periodo di quarantena e rientreranno al lavoro nei prossimi giorni. «Anche per questa ragione il personale è adeguato al numero di ospiti e non siamo in sofferenza sotto questo aspetto», sottolinea il presidente Zanoni. Fino alla scorsa precedente la struttura era ancora indenne da casi di positività e come sia potuto accadere uno sviluppo così repentino e diffuso se lo chiedono anche gli amministratori dell’ente. La Casa di accoglienza Baldo Sprea ha chiuso alle visite dei parenti degli ospiti già lo scorso ottobre e non è facile individuare la via di contagio: «Come per l’influenza ce la troviamo dentro senza poter dire da dove sia passata. Del resto il nostro personale fa una vita normale, tutti sono madri e padri di famiglia, con figli che frequentano le scuole. Fin dal 19 ottobre abbiamo messo in allerta tutto il personale adottando le procedure più severe: utilizzo solo di mascherine Ffp2, schermo protettivo, guanti e doppio camice. Su questo possiamo tranquillizzare i familiari degli ospiti che nessuna procedura di sicurezza è stata trascurata», assicura il presidente. Gli amministratori dell’ente sono particolarmente frustrati, non tanto per la situazione che non è drammatica per nessuno degli ospiti e degli operatori, ma per il fatto di aver investito molto sulla sicurezza e non aver ottenuto il risultato sperato.

«ABBIAMO FORMATO adeguatamente gli operatori, istituito la linea pulito-sporco in modo che non ci sia contatto fra quanto esce disinfettato e quanto rientra contaminato. Abbiamo organizzato gli spazi in modo da tenere i positivi in isolamento, coloro che ne sono venuti a contatto in un altro settore e in un terzo le persone ancora negative al tampone. Abbiamo acquistato sanificatori d’ambiente sia per purificare l’aria sia per disinfettare le superfici, con l’obiettivo di abbattere o ridurre la carica batterica. Sono particolarmente monitorati gli spogliatoi degli operatori, gli ambulatori e tutti i luoghi dove il personale, che non abbia ancora indossato i dispositivi di protezione individuale, è meno difeso», fa sapere il presidente. Quanto agli ospiti il monitoraggio è costante: nell’arco della giornata per più volte vengono rilevati temperatura, saturazione e altri parametri generici per poter intervenire immediatamente in caso di squilibri evidenti.

«Il protocollo prevede che tutti restino nelle proprie camere. Abbiamo aumentato i materassi ad aria per evitare piaghe da decubito a chi ha scarse capacità di deambulazione e provvisto le stanze di 30 nuovi televisori per alleviare un po’ le lunghe ore di isolamento. Per il resto stiamo monitorando tutto per capire quali siano le procedure migliori da seguire e migliorare in vista di future ondate di pandemia», conclude il presidente Zanoni. •

V.Z.

Suggerimenti