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E Monteforte punta alle rinnovabili

Anche Monteforte verso una Comunità energetica rinnovabile: è l’impegno che, su sollecito del gruppo consigliare Monteforte si può fare, il Consiglio comunale ha assunto l’altra sera all’unanimità. Dopo l’iniziativa con cui a febbraio la consigliera Teresa Ros aveva proposto la costruzione di un tavolo tecnico per l’energia, la stessa ha presentato una mozione per chiedere che l’amministrazione del sindaco Roberto Costa si attivi per costituire una Cer: non solo, ha anche messo a disposizione competenze e disponibilità di persone afferenti il suo gruppo per riuscire a centrare l’obiettivo. Per come ha spiegato Costa, la proposta sfonda sostanzialmente una porta aperta, perché anche la maggioranza è orientata in questo senso: lo dimostrano anche i contatti presi con il Comune di San Giovanni Ilarione, il primo ad attivarsi in questa direzione già a primavera. Luciano Marcazzan, stando all’aggiornamento di ieri, sta solo aspettando di formalizzare l’incarico alla ditta specializzata che, con una spesa di 40 mila euro, dovrà elaborare lo studio di fattibilità della Cer, mettendo insieme analisi dei consumi, dislocazione delle cabine primarie, cittadini ed imprese pronti ad aderire come produttori-consumatori o solo come consumatori. Ci vorrà un po’ di tempo, lo stesso che a livello statale serve per definire procedure ancora non codificate, «ma io, da qui ad un anno, conto di avere le Cer funzionante», dice Marcazzan. Il primo passo lo farà lui stesso facendo nascere il nucleo fondante della prima Cer dell’Est veronese: «Grazie a un contributo del Bim-Adige, che integra uno stanziamento di bilancio, procederemo alla copertura fotovoltaica del municipio: i soldi li abbiamo in tasca», aggiunge, «sto solo attendendo la conclusione dell’iter di aggiornamento del progetto». Quella di San Giovanni Ilarione sarà la prima Cer che una volta realizzata potrà agevolmente essere ampliata. Si avvierà sulla stessa strada anche Monteforte, «ma non chiedetemi tempi precisi. Gli uffici sono oberati di esposti inutili ed il tempo del segretario in buona parte vincolato dalla necessità di articolare risposte: oltre a ciò amministrare significa essere in balìa di una montagna di imprevisti. La volontà c’è», conferma Costa, «ma senza imporre termini». I due mesi chiesti da Ros per aggiornarsi tra un paio di mesi nel testo della mozione, che così ha raccolto l’unanimità, sono diventati la formula «tempi più rapidi possibili».•. P.D.C.

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