Domani, alle 18, con una messa di commemorazione, sarà ricordata in chiesa la figura di don Arturo Caceffo, di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Prete straordinario per intelligenza e umiltà, nacque a Tregnago e partecipò alla seconda guerra mondiale come ufficiale degli alpini. Entrò poi in seminario; si laureò sia in Ingegneria che in Lettere e per tutta la sua vita fu docente di Italiano, Latino e Greco, istruendo generazioni di seminaristi, compreso il futuro vescovo monsignor Giuseppe Zenti. «Un sacerdote che lasciava traccia della sua bontà ovunque passasse», lo ricorda Giovanni Poggiani, che è stato suo allievo in seminario, oltre che compaesano, per poi seguirne le tracce nell’insegnamento, «e non ricordo in tutte le mie conoscenze una persona di così alta capacità intellettuale e altrettanta apertura mentale e umiltà, in grado affrontare tutte le materie con semplicità disarmante. Mi è rimasto nella memoria come un santo prete». Purtroppo il suo ricordo è svanito in molti: passati 30 anni dalla morte, non avendo pareti diretti, le sue spoglie, assieme a quelle delle sorelle Pia e Ida e del fratello Carmelo, sono state esumate e poste a terra con un paletto e un semplice post-it giallo con il nome. Scandalizzati da questo, i coniugi Gino Bonamini e Rita Poggiani, si sono dati da fare per una sistemazione decorosa, abbellendo la tomba, posizionando una croce e Gino, scultore del ferro, ha realizzato un cappello d’alpino con il nome di don Caceffo e le date di nascita e morte incise. Per la messa, hanno stampato volantini chiedendo la partecipazione numerosa dei compaesani e di quanti gli sono riconoscenti. •