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Dalla Val d’Alpone alla Lessinia cresce la protesta per i bus pieni

Val d’Alpone Un bus stracarico di studenti nell’Est veronese. La situazione è analoga in tutta la provincia
Val d’Alpone Un bus stracarico di studenti nell’Est veronese. La situazione è analoga in tutta la provincia
Val d’Alpone Un bus stracarico di studenti nell’Est veronese. La situazione è analoga in tutta la provincia
Val d’Alpone Un bus stracarico di studenti nell’Est veronese. La situazione è analoga in tutta la provincia

Orari nuovi, problemi vecchi: il varo, martedì, del nuovo orario invernale definitivo dell’Azienda trasporti di Verona risolve i problemi ma solo a metà. Dalla Val d’Alpone (linea 226) si alza la protesta per «bus strapieni, studenti costretti a viaggiare sui gradini e che in qualche caso si sono ritrovati lo zaino appeso fuori dalle porte, bus che tirano dritto e coincidenze che vanno a farsi benedire» mentre dalla Lessinia la richiesta di una nuova linea scolastica per ovviare ai problemi della linea 123. L’ira della Val d’Alpone era scoppiata una settimana fa ma a spegnerla era stato un problema nuovo, cioè la chiusura al transito dei mezzi pesanti del ponte della Rezzina, a San Bonifacio e la conseguente necessità di dirottare i bus sulla Sp 39 prima e sulla Sr 11 poi. Dopo alcuni giorni di monitoraggio, col varo del nuovo orario invernale martedì Atv ha formalizzato per 8 corse sulla linea San Bonifacio-San Bortolo e ritorno anticipi e ritardi compresi tra 5 e 10 minuti per far fronte ai diversi tempi di percorrenza con cui bus, anche in relazione all’orario in cui si muovono, entrano ed escono da San Bonifacio. Strapieni «Ottimo lavoro», dicono le famiglie, «ma visto che c’era, Atv avrebbe potuto anche dare un’occhiata a come viaggiano i bus. Muoversi dalla Val d’Alpone è sempre stato difficoltoso ma quest’anno lo è molto di più perché i bus strapieni e sempre in ritardo: poi, quotidianamente, ci sono bus che già carichi non si fermano e costringono i ragazzi a prendere la corsa successiva. Ci domandiamo se non sia il caso di rimettere su strada qualche mezzo del trasporto privato usato durante la pandemia». Una volta a San Bonifacio aggiungono le famiglie, «se chi studia lì si limita ad arrivare in ritardo in classe, il problema prosegue per quelli che devono raggiungere gli istituti superiori di Lonigo e che nel frattempo hanno perso la coincidenza». Le famiglie sostengono di aver più volte segnalato il problema ad Atv ed in scia, come spiegano, «ci si sono messi anche il dirigente dell’istituto Rosselli e quello del Trentin che hanno pure scritto ad Atv». Lessinia Se la collina sta così non va meglio in montagna: contro il sovraffollamento della linea 123 che da Velo scende a Vago di Lavagno alcune famiglie hanno formalizzato per iscritto ad Atv la richiesta di attivazione di una linea scolastica ad hoc. Anche in questo caso, infatti, sovraffollamento e ritardi fanno rima con coincidenze che saltano e l’arrivo a scuola, a San Bonifacio, a lezioni già iniziate. Atv, come spiegava solo ieri il presidente Stefano Bettarello, sta monitorando la situazione in tutta la provincia al fine di comprendere le cause di problemi in aumento a fronte di utenza in calo: questioni di non facile soluzione e se in alcuni casi i correttivi sono stati messi in campo, come ad esempio con corse aggiuntive, per altri si sta cercando di comprenderne le cause. Su tutto, poi, un problema di non immediata soluzione e cioè la carenza di autisti: sono sempre di più i controllori che si mettono alla guida dei bus. Ai dirigenti dell’Atv serve, quindi, ancora qualche giorno per studiare i rimedi non solo nella Val D’Alpone ma in tutta la provincia. •.

Paola Dalli Cani

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