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Crescono gli appelli a disertare la tre giorni di Casapound

L’ingresso del locale dove si terrà il raduno
L’ingresso del locale dove si terrà il raduno
L’ingresso del locale dove si terrà il raduno
L’ingresso del locale dove si terrà il raduno

Altolà alla festa nazionale di Casapound: è l’invito che un pacifista veronese rivolge alla popolazione e agli amministratori della Val d’Alpone e quello che la deputata del Pd Alessia Rotta indirizza invece alle figure istituzionali che interverranno da domani alla tre giorni dell’ultra destra ospitata alla pizzeria La Fenice, a Santa Margherita di Roncà. E proprio nei pressi del grande cancello con la sagoma della Fenice, chiusi in un’auto, hanno trascorso la notte alcuni militanti di Casapound: è grande infatti il timore di sabotaggi o danneggiamenti sebbene «Direzione rivoluzione!», questo il nome scelto per la tre giorni, sia una manifestazione autorizzata, avvenga in spazi privati e con ingresso solo su invito e per giunta in un luogo isolato, raggiungibile solo da due strade e dunque perfettamente controllabile dalle forze dell’ordine. Anche ieri le richieste di cancellazione dell’evento e di mobilitazione non sono mancate: ci sono quelle di cittadini arrivate all’ indirizzo email del Comune di Roncà e quella di Alessia Rotta. La deputata Pd, ricordando la prevista partecipazione dei colleghi della Lega Simone Pillon e Jari Colla, di Ignazio La Russa e Andrea Dalmastro di Fratelli d’Italia e dell’assessore regionale Elena Donazzan, denuncia: «Chi rappresenta le istituzioni democratiche non può essere complice di una formazione politica che non perde occasione per fare apologia di fascismo, in netto contrasto con la nostra Costituzione». Di qui l’appello al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, al sindaco di Verona Federico Sboarina e ai cittadini tutti ad accogliere l’invito dei sindacati Cgil, Cisl e Uil ad impedire che «sia calpestata la nostra Carta e sia infangata la memoria di una città medaglia d’oro della Resistenza». Alla memoria della Val d’Alpone, dei suoi abitanti e delle amministrazioni locali si appella anche il montefortiano, pacifista della sinistra più coriacea, più volte salito agli onori della cronaca per le sue iniziative. Si è fatto sentire ieri, ricordando che proprio il 3 settembre ricorreva l’anniversario dell’incendio che 75 anni fa distrusse Montecchia di Crosara e dell’eccidio che nella stessa giornata portò alla fucilazione di tre partigiani a San Giovanni Ilarione. Il pacifista si chiede come sia possibile che «proprio a Roncà, base operativa della brigata Luciano Manara (quella fondata dalla medaglia d’oro al valor militare Luciano Dal Cero, il comandante Paolo che proprio qui è sepolto, ndr) la memoria delle comunità possa essere lordata da un raduno nazionale nazifascista». Di qui l’invito alla mobilitazione dei cittadini e quello ai sindaci della valle perché si adoperino per la cancellazione del raduno. •

P.D.C.

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