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Montecchia di Crosara

Proteste per l'aumento della retta della mensa: «Piuttosto ai bambini diamo un panino»

Mensa scolastica, il costo per un anno scolastico passa da 560 ad 800 euro. È la brutta sorpresa che a Montecchia ha creato non poco malumore, scompiglio e qualche protesta tra i genitori dei bambini e dei ragazzi che nel polo scolastico frequentano il tempo pieno. C’è chi ora propone il ritorno al panino al posto del pranzo in mensa e chi chiede il conteggio delle presenze effettive. Più di qualcuno si dice seriamente preoccupato: «È vero che è aumentato tutto ma purtroppo gli stipendi delle famiglie sono rimasti gli stessi e molti di noi, lavorando in due, rischiano di non poter nemmeno accedere alle riduzioni previste presentando l’Isee. E non basta dire che ci si può rivolgere all’assistente sociale. È necessario un correttivo, dare la possibilità alle famiglie di provvedere diversamente o che paghino per l’effettivo servizio».

 

Chi gestisce il servizio: «Aumenti doverosi»

Sono solo alcune delle considerazioni di alcune delle famiglie dopo aver ricevuto la comunicazione dell’associazione Castello, composta da genitori volontari che si era organizzata parecchi anni fa per la mensa dei bambini del piccolo plesso di Castello di San Giovanni Ilarione, allargando poi il servizio anche ad altra scuole. Nadia Gromeneda, presidente dell’associazione, va dritta al sodo: «Aumenti doverosi e non più rimandabili: il totale della retta è stato calcolato a partire dal costo del singolo pasto (4,40 euro, ndr). A fronte del servizio offerto, a nostro avviso, si tratta di un costo assolutamente sostenibile e comunque in linea con le medie regionali e nazionali».

 

La protesta per l'anticipo

Ad indispettire molte famiglie però quest’anno c’è stata la richiesta di versare, entro il 30 settembre, 100 euro come quota d’iscrizione: secondo le famiglie un modo per far apparire più contenuto l’aumento dei costi.
«L’anno scorso pagavamo 70 euro al mese per 8 mesi, quest’anno 175 per 4 bimestri e altri 100 euro. Senza i 100 euro, la rata bimestrale sale a 200 euro, invece spalmandolo così l’aumento sembra passare da 70 a 87,50 euro al mese», protesta qualche genitore.
Gromeneda spiega invece che quei 100 euro sono una sorta di acconto, «fanno parte dell’importo totale ma abbiamo chiesto alle famiglie di anticiparlo, come segno di responsabilità e puntualità nei pagamenti e per permetterci di far cassa e dare il via al servizio».

 

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Alcune famiglie indietro con i pagamenti

Si tocca così un punto che nelle scorse settimane è arrivato anche all’attenzione del Comune, estraneo al servizio, perché più di qualche famiglia nello scorso anno scolastico non avrebbe onorato per intero i suoi debiti: lo conferma la stessa associazione laddove chiede alle famiglia stesse di «verificare di essere in linea con i pagamenti dello scorso anno, pena l’impossibilità di usufruire del servizio».
C’è dunque chi chiede di tornare al panino, citando la sentenza del Tar Lazio che a luglio 2020 riconobbe il diritto all’autorefezione e al tempo mensa. L’associazione, però, spiega: «Scelte alternative alla mensa appartengono ad un ambito che non ci appartiene». Se ne parlerà la prossima settimana in una riunione convocata assieme ai genitori. Nel frattempo alcuni di loro hanno già chiesto un appuntamento al sindaco Attilio Dal Cero per portare il problema alla sua attenzione. 

Paola Dalli Cani

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