<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il virus e la scuola

Contagi fra i bimbi, chiuse tre scuole dell'infanzia in val d'Alpone

La scuola chiusa a Terrossa (foto Pecora)
La scuola chiusa a Terrossa (foto Pecora)
La scuola chiusa a Terrossa (foto Pecora)
La scuola chiusa a Terrossa (foto Pecora)

Contagi alla scuola dell’infanzia, in Val d’Alpone Roncà concede il bis. Dopo Monteforte d’Alpone, o meglio la scuola dell’infanzia San Giuseppe di Costalunga (una delle tre del paese), a chiudere in un colpo solo sono state entrambe le scuole dell’infanzia paritarie del territorio roncadese, lasciando tutto il paese senza l’asilo.
Le prime positività tra i piccolissimi hanno fatto scattare la chiusura sia della Maria Immacolata nel capoluogo che della Giuseppe Agostini nella frazione di Terrossa. Complessivamente, secondo l’osservatorio del vicesindaco Roberto Turri che è anche assessore all’istruzione, è venuto meno il servizio per le famiglie dei 98 bambini del capoluogo e per quelle dei 53 di Terrossa.
Nella frazione al provvedimento di chiusura si è arrivati dopo aver registrato la positività di un bimbo della sezione primavera e di un piccolo che frequenta la scuola dell’infanzia: a nulla è servita, dunque, l’organizzazione dei bambini in due «bolle», che avrebbero dovuto servire per scongiurare lo stop dell’intera scuola.
La contagiosità del virus ha beffato nello stesso modo anche la Maria Immacolata dove, per non rischiare, di «bolle» tra bambini dell’infanzia e della sezione primavera ne erano state approntate quattro. Non è bastato, si è registrato infatti inizialmente un contagio per ciascuna bolla e poi i casi sono aumentati.
Risultato: alla riapertura delle scuole, il 10 gennaio, le famiglie in isolamento erano una quindicina, ieri erano diventate 66. Sono 16 i bambini che risultano contagiati.
«Dobbiamo tener presente che stiamo parlando di bambini sotto i 6 anni, che non indossano la mascherina e per i quali ancora non si parla di vaccinazione», fa presente Luciana Brentegani, presidente della Federazione italiana scuole materne a cui è iscritta la stragrande maggioranza delle scuole dell’infanzia della nostra provincia. Un quadro generale della situazione veronese tuttavia è impossibile. Spiega ancora Brentegani: «Noi coordiniamo i diversi comitati di gestione che non sono tenuti a darci simili comunicazioni, inoltre la situazione è in evoluzione quotidiana. Nel complesso, però, la nostra percezione è che situazioni di chiusure totali non siano molto estese e dove queste scattano, accade in conseguenza della positività al Sars CoV-2 di bambini asintomatici e non per casi di contagi tra il personale delle scuole». 
Sul fronte della scuola dell’obbligo le cose vanno meglio: «La prima settimana di ripresa in presenza dopo le vacanze di Natale si chiude, per quanto ne so, senza alcuna classe in didattica a distanza alla scuola primaria Rodari e con una classe della secondaria di primo grado in autosorveglianza per un caso positivo: abbiamo sospeso per questa classe il servizio mensa», dice il sindaco Lorenzo Ruggeroni.
Più in generale, la situazione ieri in paese era di 212 casi di persone segnalate: 157 contagiati, 35 contatti scolastici, 18 contatti stretti, ma anche purtroppo due persone ricoverate in ospedale. Il totale dei positivi ieri mattina era di 159, 141 giovedì. Martedì erano 120, il giorno dopo 131 e fino a quel giorno una sola persona risultava ricoverata.

Paola Dalli Cani

Suggerimenti