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Ciliegie, questa è una stagione super

Da sinistra Alessio Costa, Roberto Costa e Luca Leorato, Lc Fruit FOTO PECORA
Da sinistra Alessio Costa, Roberto Costa e Luca Leorato, Lc Fruit FOTO PECORA
Da sinistra Alessio Costa, Roberto Costa e Luca Leorato, Lc Fruit FOTO PECORA
Da sinistra Alessio Costa, Roberto Costa e Luca Leorato, Lc Fruit FOTO PECORA

Commercianti, produttori, responsabili dei mercati e anche amministratori uniti in un unico coro: «Stagione di grandissime soddisfazioni per le ciliegie, forse la migliore degli ultimi cinque anni e, di sicuro, in un quadro così a nessuno viene in mente di tagliar piante, tutt’altro». Così la Val d’Alpone ha reagito all’ipotesi che a spingere qualcuno a scaricare in un vajo a Castello di San Giovanni Ilarione un paio di quintali di ciliegie, siano state quotazioni inadeguate praticate dai grossisti. «Venti, 30 centesimi al chilo per le primizie? Ma quando mai! Quello è il prezzo dello scarto ed è lo stesso dello scorso anno», tuona Alessio Costa che con il padre Roberto e il fratello Enrico e assieme a Luca Leorato condivide il timone della LC Fruit di Monteforte d’Alpone. È un’azienda che, nei due siti produttivi di Brognoligo e Costalunga, ogni stagione, per gli otto gruppi di riferimento della grande distribuzione organizzata, tratta in media 10 mila quintali di ciliegie. Gli fa eco Lorenzo Ruggeroni, che è sì sindaco di Roncà ma che per mestiere commercia frutta: «Quella quotazione è riferita allo scarto e anzi, una annata così, stando ad oggi, non si vedeva da almeno 10 anni sia per la quantità che per la qualità e anche il prodotto più piccolo è uscito con onore dalla stagione». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Attilio Dal Cero, sindaco di Montecchia di Crosara, che da primo cittadino sbotta: «Mi sono informato e tanto al mercato cerasicolo quanto tra i produttori e tra gli esperti il sentire è lo stesso: questa stagione è la migliore degli ultimi cinque anni quanto alle primizie, più di qualcuno ha portato a casa solo con quelle l’intero ricavo della stagione 2019». Le ragioni di questo diffuso ottimismo le spiega Costa: «Maggio è stato eccezionale sia per qualità che per quantità del prodotto. Zero scarto, zero Drosophila suzukii (il parassita che flagella la frutta rossa, ndr): sul versante prezzi, la forte diminuzione della produzione in Puglia e la scarsa qualità del prodotto spagnolo hanno favorito il nostro già eccellente prodotto. Un esempio? Il durone piccolo, che è partito dai due euro al chilo minimo per arrivare anche a 5,50 euro». La stagione 2020, poi, stando agli operatori di settore non avrebbe risentito nemmeno del blocco all’export: «Impossibile, perché il mercato della ciliegia di Verona è tutto interno». «A chi semina il verbo del tagliar ciliegi io dico che mai come quest’anno è una coltura che garantisce una entrata certa. Noi come azienda, poi», aggiunge, «ne siamo così convinti che a fine anno presenteremo un progetto, a cui lavoriamo da due anni, con cui davvero garantiremo reddito certo al produttore non solo della Val d’Alpone ma di tutto il veronese. Con un progetto vincente, costruito anche guardando ad altre esperienze, e facendo bene, si può creare un reddito di anche 25 mila euro ad ettaro. Insomma, ci sarà un motivo perché i ciliegi vengono su in Piemonte ma anche in Romania e Grecia!». «Sino ad ora tutto il prodotto è stato assorbito e anche molto bene: sono aumentate molto le richieste del confezionamento in vaschetta, perché con l’emergenza sanitaria è più agevole delle cassette per i supermercati, il che vuol dire molto più lavoro che, però, corrisponde a una richiesta molto alta». Se si lavora molto al confezionamento non meno si fa nell’ambito della promozione: l’Associazione cerasicoltori di Montecchia ha commissionato un video in lingua inglese, il sindaco Dal Cero guarda direttamente ai consumatori invitandoli in paese domenica 14. «Non potremo fare sagra», premette Dal Cero, «ma la mostra non si ferma e per ammirare e gustare le ciliegie coi fiocchi basta solo venirci a trovare». Alla luce di tutto questo, rimane dunque un mistero la motivazione che ha spinto un ignoto a liberarsi di due quintali di ciliegie gettandole nel vajo. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paola Dalli Cani

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