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Case di riposo, stop agli accessi Permesse solo videochiamate

Casa di riposo blindata ma parte, da oggi, la videochiamata per potersi vedere tra cari: la Fondazione «Don Mozzatti d'Aprili» ha deciso di ovviare alle pesanti restrizioni applicate a tutela degli ospiti, dei lavoratori ma anche degli stessi familiari degli anziani più fragili accolti in due delle tre strutture attive a Monteforte d'Alpone. Da oggi, alla Rsa e alla Barchessa (che accoglie anziani autosufficienti) entra in servizio un tablet sul quale è stata scaricata l'applicazione Whatsapp attraverso la quale, ovviamente a condizione che anche i congiunti facciano lo stesso sul proprio smartphone o tablet, saranno effettuate le videochiamate. Seguendo un calendario di appuntamenti che dovranno essere concordati inviando un messaggio Whatsapp al numero 320.5682255, i familiari potranno «prenotare» una videochiamata: basterà scrivere «videochiamata» e aggiungere nome e cognome dell'ospite, giorno e fascia oraria preferita (dal lunedì al venerdì tra le 10 e le 11.30 e dalle 15.30 e le 16.30, il sabato e la domenica dalle 9 alle 11.30). La chiamata partirà, nel giorno e fascia oraria prescelta, direttamente dalla Fondazione. «I nostri ospiti sono persone con grandi fragilità per le quali il contatto con i propri cari è fondamentale. Non poterlo garantire può precludere il loro benessere», spiega Carlo Bergamasco, presidente della Fondazione «Don Mozzatti d’Aprili», «e per questa ragione abbiamo deciso di utilizzare anche questa strategia». La Fondazione si occupa di oltre 170 anziani suddivisi su diverse strutture: a Monteforte d’Alpone i 90 ospiti non autosufficienti della Rsa ed i 30 anziani autosufficienti della Barchessa ai quali aggiungere i 25 ospiti autosufficienti degli alloggi autonomi di Corte Scolette; poi ci sono i 30 anziani (autosufficienti e non) accolti al Centro servizi «San Camillo De Lellis») a Bolca di Vestenanova dove, però, il servizio non potrà essere esteso per mancanza di copertura di rete. Rimane, per loro, la possibilità di contatti telefonici attraverso la struttura che, come la Rsa montefortiana e la Barchessa, sono soggette a restrizioni stringenti: «Abbiamo applicato quanto, giorno dopo giorno, ci è stato indicato: è un percorso continuo», dice Bergamasco, «e devo ringraziare tutto il personale che dal primo momento è stato estremamente collaborativo. Parlo di 150 lavoratori che stanno dimostrando una straordinaria disponibilità: un esempio è la videochiamata, possibile perchè i responsabili dei piani sono pronti a farsene carico». Così si cerca un sollievo stante il divieto di visita sia nelle strutture di Monteforte che a Bolca: è possibile accedere infatti, con il limite di un solo familiare e per una durata massima di mezz'ora, solo in caso di stretta necessità e autorizzazione del personale di coordinamento delle diverse sedi su richiesta telefonica dei familiari o della struttura. «All’ingresso concordato ogni visitatore viene registrato sia in entrata che in uscita ed è tenuto alla compilazione di una dichiarazione relativa al suo stato di salute e alle frequentazioni di persone e luoghi negli ultimi 14 giorni», spiega Bergamasco. È ovviamente precluso l'accesso a persone che presentino sintomi influenzali, patologie respiratorie o congiuntiviti o in caso di provenienza da «zone rosse». «Prima di accedere vengono messe in atto tutte le raccomandazioni delle autorità», conclude Bergamasco, «che si trovano affisse in molte aree delle strutture, ed il personale, che per primo è informato e tenuto alle precauzioni, è a disposizione per le necessarie indicazioni di comportamento. Sono misure drastiche ma abbiamo scelto la massima sicurezza possibile». •

P.D.C.

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