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Carolina, centenaria solo d’età Non sta mai ferma un momento

Ha compiuto cent’anni, giovedì 23, Carolina Franchi, ma ha la fortuna di festeggiarli oggi, andando prima a messa e poi al ristorante con i suoi quattro figli, gli otto nipoti, i cinque pronipoti e un centinaio di amici. Nata in località Giara, secondogenita di 11 fratelli (sei maschi e cinque femmine) Carolina è cresciuta in una famiglia contadina. Le sarebbe piaciuto studiare, ma le esigenze familiari erano di provvedere al sostentamento di tutti e al lavoro nei campi e lei, che era la secondogenita, ha anche dovuto curare la crescita dei fratelli più piccoli ed anche per questo si è sposata quando già aveva 32 anni. Una passione che ha coltivato in particolare è stata quella della sartoria, confezionando vestiti per tutti i familiari. Con il marito Pietro si era stabilita in località Calle, entrando nella grande nuova famiglia degli Aldegheri, dove, oltre ai due suoceri, ha trovato tre fratelli del marito già sposati e con le relative famiglie e una zia non sposata, secondo il classico schema di una volta della famiglia patriarcale, di mezzadri agricoli, dove l’unione delle forze, anche fisiche, contribuiva a irrobustire e garantire solidità economica al gruppo. In una realtà così numerosa, si sono spesi i primi anni di matrimonio di Carolina che hanno visto la nascita di Virginia, Mariarosa, Luigi, Augusta e Alberto, purtroppo morto in giovane età. È stata una vita dura e faticosa, che Carolina ha però affrontato sempre con grande determinazione e grande fede, una caratteristica che ancora oggi l’accompagna. Fino a due anni fa andava a messa da sola, a piedi, fino a San Zeno di Colognola, chiesa più vicina alla sua abitazione rispetto a quella di Illasi, e ancora oggi, tutti i giorni si incontra con l’amica Lina per un quarto d’ora di preghiera in casa, lasciando tutti i lavori in sospeso per quei momenti di pietà. In casa è autosufficiente: vive con la figlia Virginia, ma in questi giorni che la figlia si è infortunata a un braccio è lei la regina della casa: cucina, lava i piatti, riordina, ha ancora il coraggio di guardare il cielo per scrutare se sia ora di vangare l’orto, mentre più volte al giorno visita le sue galline che la ricompensano con abbondanza di uova. Quand’è ora del miglior brodo è compito suo scegliere la più adatta, spennarla e «studiarla», come ama dire. Ha ancora una buona vista per leggere e lavorare ai ferri: se non è in preghiera, nessuno la vede mai con le mani in mano. «La sua è una vita fatta tuttora di cose semplici», dicono i figli, «di donna e madre dedita al lavoro e alla famiglia, particolarmente sensibile con chi ha bisogno d’aiuto, ma sempre molto riservata. Confidiamo che il Signore la mantenga a lungo ancora serena e in salute». •

V.Z.

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