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SALUTE

Caldiero, è emergenza medici di base: tremila i cittadini scoperti

Due dottoresse in pensione e nessun nuovo arrivo. Se ne è occupato il Consiglio comunale, alla ricerca di possibili soluzioni
Lo studio di un medico di base
Lo studio di un medico di base
Lo studio di un medico di base
Lo studio di un medico di base

Tremila caldieresi senza medico di base, malessere sociale e per di più preoccupazione per gesti estremi, avvenuti soprattutto nei pressi della stazione ferroviaria. Sono diventate autentiche emergenze quelle sanitarie e sociali a Caldiero, a partire dalla carenza di medici soprattutto per centinaia e centinaia di bambini, ragazzi, anziani, disabili ed ammalati. Da quando sono andate in pensione due dottoresse - dall'ottobre scorso Luisella Zago e poi dallo scorso giugno è andata in quiescenza Maria Teresa Turri - non sono arrivati nuovi medici di base in paese e quelli che già operano sono al collasso di assistiti. Un'emergenza davanti alla quale l'amministrazione comunale è stanca di attendere risposte che non arrivano. E dunque ha deciso di agire per altre vie.

 

La discussione in consiglio comunale

«La carenza di medici di base, che tocca sempre più comunità, non può essere risolta dalla Regione invitando i pazienti senza medico a recarsi all'ospedale dalla guardia medica dalle 20 a mezzanotte», ha reclamato in Consiglio comunale l'assessore Fabio Franchi. «Non sono orari durante i quali malati e anziani, infanti e bambini, ottantenni e novantenni possono recarsi dal dottore. Non può essere questa la soluzione a un problema che si acuirà sempre più, perché molti altri medici sono pronti ad andare in pensione e mancano ricambi». «La grande sanità veneta è scivolata su una buccia di banana», ha lamentato sempre Franchi. «Una cosa che si doveva prevedere da parte dagli amministratori regionali e delle istituzioni venete dieci anni fa e che oggi non riescono a risolvere. Il problema è comune a tante comunità, bisogna pungolare l'Ulss e la Regione a trovare soluzioni concrete e immediate».

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Le possibili soluzioni

Ma come? «Se non riescono a trovarle gli addetti ai lavori della Regione, dobbiamo ricercarle noi come amministratori locali, coloro che sono più vicini alla gente», ha richiamato Franchi. Come dire: i problemi della gente comune, in laguna non si sentono. Facciamolo noi. «Lancio la proposta di trovare forme comuni tra amministrazioni comunali coinvolte in questo guaio», è stata la richiesta di Franchi. «Sindaci e amministratori devono trovare una forma di collaborazione per interloquire direttamente con la Regione non singolarmente, ma facendo massa e arrivare all'assunzione di medici o ad altre forme, purché siano soluzioni fruibili dai cittadini, soprattutto quelli più fragili e non come le visite a mezzanotte».

«Abbiamo messo da un anno a disposizione gratuita di un nuovo medico di base l'ambulatorio comunale di Caldierino», ha ricordato Franchi, «ma nessuno è venuto: uno perché ogni medico ha già il proprio di ambulatorio e due perché non ci sono medici disponibili e subentrare a coloro che vanno in quiescenza. Ma non possiamo più andare avanti in questa maniera: serve un coordinamento degli amministratori locali per incentivare una sanità regionale diversa ed efficiente». Il sindaco Marcello Lovato ha ricordato l'impegno dell' amministrazione nel promuovere campagne salutiste e anche di rilancio dello sport e dei sani comportamenti di vita dopo il Covid. «E a breve costruiremo una palestra all'aperto nel quartiere Gardenia», detto.

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Zeno Martini

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