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Caccia a 2,5 milioni per l’allargamento dell’alveo dell’Alpone

Il ponte sull’Alpone a Monteforte FOTO PECORA
Il ponte sull’Alpone a Monteforte FOTO PECORA
Il ponte sull’Alpone a Monteforte FOTO PECORA
Il ponte sull’Alpone a Monteforte FOTO PECORA

Ponte e incrocio di piazza Martiri pronti a cambiar veste: sono le conseguenze dirette che Monteforte d’Alpone potrebbe essere chiamato ad affrontare se il ministero dell’Interno dirà sì al progetto di allargamento dell’alveo del torrente Alpone nel tratto di ingresso da Est al paese, sulla strada provinciale 17. Su indicazione della giunta del sindaco Roberto Costa, infatti, l’Ufficio tecnico del Comune ha realizzato uno studio di fattibilità tecnica ed economica che chiude in 2,5 milioni di euro i costi stimati per «allargamento dell’alveo del torrente Alpone e realizzazione di un nuovo ponte in corrispondenza di piazza Martiri». Questa cifra rappresenta il limite massimo di richiesta per i Comuni tra i 5 mila e i 25 mila abitanti. «Ero vicesindaco dieci anni fa, ai tempi dell’alluvione, e le criticità del territorio comunale ho imparato a conoscerle: tra i tanti punti difficili», esordisce Costa, «c’è anche quello di piazza Martiri, che costituisce pure uno dei punti di rilevamento di Arpav sul reticolo idraulico principale, dove la sezione di deflusso è un imbuto stretto anche in relazione alla presenza dello storico ponte di accesso. Alla luce di quanto disposto dalla legge 145 del 2018, che assegna ai Comuni contributi per investimenti relativi ad interventi di messa in sicurezza di edifici e del territorio, ho guardato con attenzione a questo nodo idraulico». «Ho chiesto per questo la disponibilità del Genio civile di Verona», aggiunge, «e dopo un sopralluogo tecnico e il sostanziale parere favorevole dal punto di vista meramente idraulico, l’Ufficio tecnico si è immerso nella problematica». Il termine è più che adeguato se si pensa che i termini per la presentazione delle istanze si chiudevano il 15 settembre. «Abbiamo provveduto nei tempi e verificato pure che non è necessaria alcuna variante degli strumenti urbanistici né espropri di aree. Certo, se sarà possibile effettuare l'intervento, l'ingresso da Est cambierà moltissimo». Facile immaginare che il monumento inaugurato il 27 gennaio del 2019 in piazza Martiri, quello cioè che ha accolto le lapidi con i nomi dei Caduti della Resistenza nati in Val d'Alpone, debba traslocare. Lapidi senza pace, vien da dire, perché quelle lastre avevano trovato casa dopo essere state per anni «abbandonate» in seguito alla loro rimozione dalla Barchessa del Palazzo Vescovile in occasione di un restauro. «Penseremo a una nuova collocazione ma gli spazi per allargare l'alveo dell'Alpone e rifare l'incrocio di piazza Martiri ci sono: sarebbe l'occasione per pensionare i semafori optando per una decisamente più scorrevole rotonda», abbozza Costa. La corsa è dunque iniziata e il sindaco fa capire che non si tratta di una priorità estemporanea: «La criticità esiste e lo sappiamo: in questo momento la misura economica accessibile è quella della legge 145 e vogliamo essere ottimisti. Se sfortunatamente fossimo esclusi, avremo tra le mani un progetto già pronto da candidare subito ad altri bandi che dovessero essere emessi», conclude. •

Paola Dalli Cani

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