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«Buona la prima!»: il set
degli attori con disabilità

Il gruppo di attori del laboratorio teatrale di San BonifacioSalvatore Aiello e una delle attrici interpreti del cortometraggio in sei episodi «I colori dell’amicizia» FOTOSERVIZIO PECORA
Il gruppo di attori del laboratorio teatrale di San BonifacioSalvatore Aiello e una delle attrici interpreti del cortometraggio in sei episodi «I colori dell’amicizia» FOTOSERVIZIO PECORA
Il gruppo di attori del laboratorio teatrale di San BonifacioSalvatore Aiello e una delle attrici interpreti del cortometraggio in sei episodi «I colori dell’amicizia» FOTOSERVIZIO PECORA
Il gruppo di attori del laboratorio teatrale di San BonifacioSalvatore Aiello e una delle attrici interpreti del cortometraggio in sei episodi «I colori dell’amicizia» FOTOSERVIZIO PECORA

La Cinecittà di San Bonifacio è in via Sandri 27, alla sede della Cooperativa promozione e lavoro. È qui che fino ad aprile, con due appuntamenti settimanali e con dodici utenti della coop che accoglie persone con varie disabilità. si gira I colori dell’amicizia, cortometraggio diventato l’ inedito e sorprendente canale di comunicazione di molte delle persone accolte. Sul set Alessandro, Simone, Massimo, Giorgio, Stefano, Oscar, Robertino, Fania, Francesca, Laura, Tina e Lucia: dietro la macchina da presa il prof-regista Salvatore Aiello e «assistenti» di produzione le operatrici Flavia Fadini e Sabrina Indizio.

«È una sperimentazione tutta nuova che prosegue il lavoro inziato nel ’76 dalla Cpl. Allora», spiega Luciano Giussani, responsabile amministrativo. «La sfida fu tirar fuori i ragazzi con disabilità dalle case dove erano nascosti affrancandoli dalla loro disabilità. Oggi, quando a causa della crisi, farlo col lavoro è sempre più difficile: ecco allora che il mezzo abilitativo nuovo per noi è il cinema. È un contesto bellissimo per poter esprimere capacità che permettono di fare cose bellissime nonostante l’handicap».

Immergendosi nel set si fa fatica a capire se siano più entusiasta Aiello o gli «attori per caso»: il primo armeggia con l’i-pad che utilizza come macchina da presa e coglie qualsiasi spunto nasca nel gruppo costruendo assieme a queste inedite «facce da cinema» scene e battute.

Loro, i ragazzi, sembrano totalmente immersi in quello che stanno facendo e, a parte divertirsi un mondo, sono attivissimi nel proporre e nel partecipare a questo «gioco». E allora capisci perché moltissime volte senti Aiello sentenziare: «Buona la prima!».

Lo spiega lui stesso come funziona: «È bastato un incontro per sintonizzarsi, ed è bastata solo la parola film scritta a caratteri cubitali su un foglio: così, partendo da un pezzo di barzelletta, è nata l’idea. C’era l’incipit, mancava la storia e abbiamo pensato di tirarne fuori tante».

Il filo conduttore è la scuola di Pierino (un Pierino made in Cpl): sei diverse «storie» diventeranno gli episodi di un cortometraggio che Cpl ha da poco deciso di mandare al concorso Altre sequenze, quello abbinato a La Grande sfida, la manifestazione promossa dal Csi (Centro sportivo italiano). La versione da concorso durerà 12 minuti mentre quella estesa costituirà la base di un progetto un po’ più ampio rivolto al territorio.

Recitazione, musica, divertente confusione: ma sul piano educativo e relazionale cosa sta portando il cinema in Cpl? «Questi ragazzi hanno accettato la sfida a mettersi in gioco, a vincere le paure e le timidezze. Attendono con trepidazione gli appuntamenti settimanali», rispondono le operatrici, «hanno scelto di accantonare le passioni personali a favore di un progetto collettivo, hanno messo in campo incredibili capacità di adattamento e flessibilità ed i più isolati sono riusciti a ricavarsi uno spazio e ad integrarsi».

Il film nasce giorno dopo giorno: i ragazzi offrono spunti, Aiello li raccoglie e apre un lavoro comune di rielaborazione, poi accende l’i-pad. Il resto lo farà poi, cucendo assieme ogni ciak. «Sono anni che lavoro nelle scuole ed è la prima volta che mi confronto con attori di questo calibro: è straordinariamente bello veder venire fuori le idee che ognuno di loro ha», dice Aiello. «Ognuno di loro è importante, un po’ come il tema del concorso di cinema». «Per me, però», conclude, «la cosa più straordinaria è aver trovato insieme il modo perché ognuno di loro sia e si senta valoriezzato in ogni sua passione».

Paola Dalli Cani

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