I suoi appelli a non vanificare tutto il lavoro e i sacrifici fatti vanno avanti dalla fine di maggio e ora che a Montecchia si registra un numero di positivi e di sospetti positivi mai toccato nemmeno durante il lockdown, il sindaco Attilio Dal Cero torna ad alzare la voce.
«Piuttosto che rischiare la chiusura di scuole e fabbriche chiudo tutti i luoghi di ritrovo-assembramento che non ottemperano alle norme vigenti. Non è una minaccia ma una promessa», assicura. A far infuriare il primo cittadino è stata l'escalation delle ultime settimane che ha portato a dati che lui stesso definisce «preoccupanti e purtroppo in piena espansione».
Al 21 agosto a Montecchia si contano quattro positivi (in piena emergenza si era arrivati al massimo a tre) e quattordici casi sospetti per contatto con positivo e, cosa che gli fa letteralmente «vedere rosso», «i positivi non sono anziani ma minorenni tornati dalle vacanze e italiani».
Dall’inizio dell’emergenza relaziona con periodicità i cittadini attraverso bollettini che posta sulla pagina Facebook Uniti per Montecchia, il gruppo di maggioranza, e quando a fine maggio la contabilità dei positivi era approdata allo zero non ha mai perso l'occasione per invitare la popolazione a non abbassare la guardia e ad attenersi allo scrupoloso rispetto delle regole in vigore. Una settimana fa, al ripresentarsi della prima positività ha strigliato tutti e, soprattutto, i patiti della movida.
Gli è bastato vedere qualche video che circola su social e chat su serate piuttosto «sopra le righe» dentro e fuori dai locali per lanciare un messaggio che suona come una minaccia: «Abbiamo ampiamente dimostrato la nostra apertura a tutte le iniziative socio-economico-culturali, anzi le abbiamo proposte e sollecitate, ma la vostra incapacità di autocontrollo ci costringe a ritornare sui nostri passi. Uomo avvisato...».
Il riferimento per nulla velato è ad una nuova stretta relativamente ad orari degli esercizi pubblici e modalità di svolgimento delle loro attività: annunciata a fine luglio, in coincidenza con la scadenza della sua ordinanza che per un mese ha silenziato i locali a mezzanotte e posto l'altolà alla vendita di alcol all'esterno degli stessi all' una, aveva soprasseduto «come segno di fiducia» ma ora è pronto a tornare nuovamente sui propri passi.
Di qui il cambio di tono: la prima volta era stato quando, per tenere la gente in casa durante il lockdown, aveva tappezzato il paese con la foto di un infermiere prigioniero di mascherina, occhiali, visiera e tuta anti contagio che proponeva di andarsene a casa visto che chi ci doveva stare non lo faceva (e uno di questi cartelli è ancora affisso all'ingresso del municipio). La seconda volta, a fine marzo, era stata con la crociata contro i patiti della corsetta, quando tutti erano ancora tenuti a restare a casa, contro i quali si era detto pronto a sguinzagliare carabinieri ed elevare sanzioni salatissime. Ora, se per un verso manifesta ancora la disponibilità dell'intera amministrazione civica a confrontarsi con i cittadini, e ribadisce con tutta la forza che ha la sua raccomandazione alla popolazione a non comportarsi in maniera sconsiderata, dall'altro manda un messaggio forte e chiaro: pronto, se non ci saranno inversioni di tendenza, a passare ai fatti. •