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dopo l'appello della donna su L'Arena

Il bonus non arriva, l'Inps telefona e si scusa: «Era finito alla mamma»

Nessuno al caf in due mesi di ricerche aveva pensato a tale ipotesi. Il direttore della sede veronese spiega che si è trattato di un disservizio

L’appello che Alessandra Fraccaroli ha affidato alle pagine dell’Arena per sapere perché, da luglio scorso, non aveva ancora ricevuto il bonus di 200 euro del decreto aiuti ha fatto saltare sulla sedia il direttore della sede Inps di Verona, dottor Giovanni Martignoni, che immediatamente si è prodigato per capire cosa stava accadendo.

Alessandra, 37enne di Illasi tetraplegica da 22 anni in seguito a un incidente stradale avvenuto vicino a casa, ha infatti tutte le caratteristiche per rientrare tra le categorie destinatarie del bonus. Eppure, nonostante percepisca pensione di invalidità e accompagnamento per la sua grave disabilità - sempre dall’Inps - perché non è in grado di muovere nulla dal collo in giù, finora non era riuscita a venire a capo del mistero.

L'appello della donna uscito su L'Arena di ieri
L'appello della donna uscito su L'Arena di ieri

La telefonata di scuse dall'Inps

Ma a poche ore di distanza dall’uscita in edicola del giornale, ieri nel primo pomeriggio ha ricevuto una telefonata di spiegazioni e scuse. «Mi ha chiamata il direttore Martignoni», racconta emozionata, «perché in effetti almeno in uno dei loro database ci sono, e anche con numero di telefono ed email. È stato gentilissimo. Mi ha spiegato che queste erogazioni vengono gestite da Roma e che, per motivi che chiarirà meglio nei prossimi giorni, il bonus che spettava a me è stato versato sulla pensione di mia mamma». La signora Teresa Rama percepisce infatti la pensione di reversibilità del defunto marito, con un assegno dovuto per le condizioni di disabilità della figlia convivente.

«Ma quando le arriva la pensione», spiega Alessandra, «sul cedolino non ci sono tutte le specifiche e quindi a luglio non avevamo capito che era stato erogato a lei un bonus doppio. E in ogni caso è comunque un pasticcio». Perché, sottolinea quella mente profonda che è Alessandra, «io e mia madre viviamo in simbiosi, andiamo d’accordo su tutto e ci arrangiamo, ma non siamo certo la stessa persona. E se la medesima cosa capitasse in nuclei familiari in cui i rapporti sono diversi sarebbe un bel guaio».

I tentativi a vuoto

Che la soluzione del caso non fosse così semplice lo dimostra il fatto che a ben due commercialisti non è venuto in mente, da luglio ad oggi, di pensare di controllare le pensioni degli altri familiari Fraccaroli, ma piuttosto di verificare se quel bonus fosse stato spalmato su più mensilità alla stessa Alessandra, che inutilmente aveva ricontrollato con scrupolo tutte le sue entrate da maggio a settembre.

Pochi giorni fa il caf del paese aveva scoperto che Alessandra non rientrava in un certo database Inps, tanto che per questo è stata inoltrata all’Istituto previdenziale la richiesta di «ricostituzione reddituale» via pec. E Alessandra Fraccaroli, che già si era vista cancellata dalla Regione Veneto ai tempi delle prime vaccinazioni anticovid nell’aprile del 2021 perché le categorie fragili erano state identificate con un elenco che andava indietro non più di 15 anni, si era convinta di essere un fantasma anche per alcuni uffici dell’Inps, perché disabile di lunga data.

«Sono vintage», aveva ironizzato lei con la grinta che la contraddistingue. Nel caso specifico non è così. La vicenda a questo punto si fa tecnica. Starà all’Inps di Roma ricostruire il quadro affinché il disservizio non si ripeta in futuro. «Ho detto al direttore Martignoni che non intervengano sul bonus di luglio, perché si tratterebbe di detrarlo a mia mamma e accreditarlo poi a me, l’importante è che si risolva per il futuro. E poi adesso ho anche i suoi recapiti, se qualcosa andrà storto saprò chi avvisare subito, una persona davvero sollecita e gentile», conclude Alessandra.

Francesca Mazzola

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