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Monteforte

Bertolazzi doma il piano più grande del mondo

Bortolazzi al piano più grande del mondo
Bortolazzi al piano più grande del mondo
Bortolazzi al piano più grande del mondo
Bortolazzi al piano più grande del mondo

Il più promettente tra i pianisti italiani ed il pianoforte più grande del mondo: l’incontro tra Giovanni Bertolazzi ed il Borgato Grand Prix 333 diventa un racconto in musica attraverso le sonate di «Liszt», il suo nuovo Cd. Cinque anni fa Bertolazzi di anni ne aveva 19: fu a lui che venne affidato il compito di far «raccontare» al mondo il pianoforte da tre metri e trentatré centimetri costruito a mano dal maestro Luigi Borgato.

Quell’emozionante incontro padovano fu solo lo scoccare della scintilla tra il giovane pianista di Brognoligo di Monteforte d’Alpone ed il pianoforte da primato (quelli tradizionali da concerto arrivano a 280 centimetri) e dopo essersi seduto più volte alla tastiera, è tra quei tasti bianchi e neri che ha suonato il tributo a Liszt con cui capitalizza il secondo posto ed i cinque premi speciali (nel settembre 2021) al Concorso internazionale Franz Liszt di Budapest, racconta con sette note la sua precoce e brillantissima carriera musicale e al tempo stesso l’amore per il compositore ungherese.

Scoprirli entrambi, Bertolazzi ed il Borgato, è emozione alla portata di tutti: per via del Cd Liszt (Borgato collection), appena uscito e già premiato con il Pizzicato Supersonic award, e per l’intenso calendario di concerti in Italia e all’estero con cui il pianista ha dedicato il 2022 a Liszt. «Una potenza straordinaria, una ricchezza sonora e timbrica uniche, possibilità incredibilmente ampie, un suono incomparabile: il Borgato 333 è uno strumento che non pone limiti al pianista ma lo stimola sempre di più», racconta Bertolazzi che vive con la valigia in mano per spostarsi tra teatri, la Sicilia (sta proseguendo gli studi di perfezionamento sotto la guida del maestro Epifanio Comis) e la casa natale di Brognoligo.

«La polifonia su uno strumento simile è molto più ricca e potente, il suono è fenomenale su tutti i registri», aggiunge. Basta questo a spiegare perché sia questo lo strumento che ha voluto realizzare «il mio omaggio di profondissima devozione a Liszt, compositore che accompagna il mio percorso artistico fin da bambino, e che contiene alcuni dei capolavori assoluti come la Sonata in Si minore e la Sonata Dante, ma anche il raro Sonetto di Dante, composto in origine da Bülow e trascritto per pianoforte da Liszt». Tra gli oltre 40 premi internazionali conquistati ci sono i primi posti al Siegfried Weishaupt di Ochsenhausen (2017) ed al Sigismund Thalberg di Napoli (2018), il quarto posto al Ferruccio Busoni di Bolzano ed il Premio Alkan per il virtuosismo pianistico, entrambi nel 2019.

Paola Dalli Cani

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