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«Batar marso» con una ricetta antica

La «mosa» e la tradizione saranno gli ingredienti popolari del secolare rito di «Batar marso» che l’associazione dei Pistonieri dell’Abbazia, in collaborazione con la Pro loco di Badia Calavena, propone per domani alle 17.30 in piazza Mercato a Badia Calavena. «Come gruppo dei Pistonieri abbiamo coinvolto anche le scuole primarie per far partecipare i piccoli alunni alle antiche tradizioni del paese», spiega Nereo Stoppele, presidente dei Pistonieri dell’Abbazia, «e per questo c’è stata a monte una preparazione voluta e cercata da Lorenzo Maimeri in collaborazione con le insegnanti, per illustrare l’evento ai giovanissimi». Due libretti accompagneranno questa seconda edizione di «Batar marso»: il primo scritto dallo studioso e ricercatore delle tradizioni popolari Giuseppe Rama, intitolato «Trato Marso» è stato concepito proprio per illustrare questa tradizione che con diversi nomi (Ciamàr Marso, Bàtar Marso, Fora Marso, Trato Marso, Kalendimarso o Marso Kornàtor) scandiva lo scorrere del tempo e il perpetuarsi delle stagioni con i loro periodi di sonno e di risveglio. La tradizione vuole che ci si ritrovasse all’imbrunire, in due o più gruppi, in luoghi prestabiliti, accompagnati dal frastuono di trombe, corni, barattoli, «bandoti» e anche dallo sparo di fucili per scambiarsi alternativamente cantilene e filastrocche che prendevano in giro personaggi noti del paese, costruendo improbabili coppie e altrettanto impensabili matrimoni, fra impenitenti scapoli e zitelle, ma anche fra vedovi e giovani ragazze. Il rito esorcizzava la cacciata dei demoni e propiziava una nuova e feconda stagione, occasione per invitare le ragazze in età da marito a rompere gli indugi e scegliere il futuro sposo con cui metter su famiglia. Immaginazione e spirito goliardico creavano accostamenti improponibili e del tutto inventati per provocare. L’altro libretto è invece frutto del lavoro di ricerca di Luigi Ferrari sulla «mosa», piatto tipico di fine inverno, preparato con pochi e poveri ingredienti come farina gialla, farina bianca e latte e di cui fornisce la ricetta da sperimentare. «Desideriamo riproporre questa tradizione, attiva nel nostro paese fino agli anni Sessanta del secolo scorso, dopo aver ascoltato i nostri anziani e consultato i vari scritti esistenti su questo tema. Aspettiamo tanti in piazza Mercato, per rivivere insieme questo momento di festa», conclude Stoppele, invitando a partecipare con un proprio strumento capace di suonare o semplicemente «far rumore». La serata si concluderà con una cioccolata calda, un bicchiere di vin brulè per tutti e l'assaggio della «mosa» preparata per l’occasione. •

V.Z.

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