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Aveva accoltellato la moglie: 7 anni

Carabinieri all’esterno della stazione di San Bonifacio la sera del tentato omicidio
Carabinieri all’esterno della stazione di San Bonifacio la sera del tentato omicidio
Carabinieri all’esterno della stazione di San Bonifacio la sera del tentato omicidio
Carabinieri all’esterno della stazione di San Bonifacio la sera del tentato omicidio

Sette anni di reclusione. Questa la condanna inflitta ieri dal giudice dell’udienza preliminare Marzio Bruno Guidorizzi ad Aldo Oliverio che il 5 maggio dello scorso anno, al culmine di una discussione, perse la testa. Al gip (in fase di convalida) raccontò di essere stato vittima di un raptus, quello scatto di ira incontrollata che lo spinse ad accoltellare la moglie Rosa Maria con la quale stava litigando in stazione a San Bonifacio, a ferire il figlio Luca che era intervenuto per cercare di fermarlo e a sferrare fendenti a Milomir Despot, un passante che vedendo l’aggressione era intervenuto in difesa della donna. Tentato omicidio (nei confronti della moglie) e lesioni aggravate (per le altre due persone offese) le accuse mosse dal pm Paolo Sachar all’uomo di 53 anni che quel giorno aveva dato appuntamento alla moglie per parlare della loro situazione. Oliverio (difesa Trimeloni-Longhi) dovrà anche risarcire le parti civili: la moglie e il figlio (difesa Perusi) rispettivamente con 25mila e 5mila euro, Despot (difesa Meconio) con 10mila euro. Una lite originata dal malumore dell’impresario edile che da vent’anni vive a San Bonifacio (e che da quel giorno è in carcere a Montorio) perché tre settimane prima la moglie e il figlio più grande, Luca appunto, avevano lasciato la casa familiare. Troppe divergenze di vedute, un clima familiare difficile e per questo lei aveva deciso di andarsene. Aveva preso in affitto una stanza in un Bed&breakfast, quella domenica pomeriggio lei e il figlio lo avevano incrociato in un centro commerciale, avevano parlato normalmente anche se l’argomento era sempre lo stesso: voleva che ritornassero a casa e che la famiglia si ricomponesse. La sera la signora insieme al figlio era andata a comprare le sigarette al distributore automatico della stazione. Oliverio era in auto, li aveva visti e si era fermato. Il figlio, si era allontanato un po’ affinché potessero parlare, ma a quel punto è spuntata la lama (mai ritrovata) che in considerazione delle ferite doveva essere quella di un coltellino. Ma sempre un coltello. Aveva iniziato a colpire la moglie all’addome e aveva continuato a farlo con lei a terra, Luca era intervenuto e Oliverio, accecato dall’ira, si era girato e aveva colpito anche lui alla schiena. Una scena agghiacciante, Milomir Despot, originario della Bosnia, stava passando di lì ed era intervenuto per fermare quella furia. Anche lui era stato colpito, al collo e al torace. Tutti vennero ricoverati, Oliverio si allontanò per poi costituirsi dai carabinieri. La perizia escluse che le tre vittime fossero state in pericolo di vita e che fossero stati attinti in parti vitali anche se le coltellate erano state inferte in zone potenzialmente vitali. Ma solo per le ferite patite dalla moglie la contestazione è stata tentato omicidio. Sette anni di reclusione. •

Fabiana Marcolini

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