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Auto si ribalta al rally, paura per due piloti

L’auto guidata da Antonio  Avesani ribaltata nel vigneto dopo l’uscita di strada
L’auto guidata da Antonio Avesani ribaltata nel vigneto dopo l’uscita di strada
L’auto guidata da Antonio  Avesani ribaltata nel vigneto dopo l’uscita di strada
L’auto guidata da Antonio Avesani ribaltata nel vigneto dopo l’uscita di strada

Solo paura, ma nessun ferito. Verso le quattro di pomeriggio di ieri al Rally dei Colli Scaligeri, la corsa automobilistica organizzata da Aeffe Corse e che si è disputata nei dintorni di Montorio, la bianca Peugeot 106 numero 83 guidata da Antonio Avesani è uscita dal tracciato di gara rovesciandosi nel campo sottostante. Il dislivello fra il nastro stradale e il vigneto ha provocato il rovesciamento dell’auto che prima si è impuntata verso l’alto e poi ha capottato. Il pubblico aveva rispettato le disposizioni degli organizzatori e non si era assiepato in quella zona, quindi nessuna conseguenza. Bene anche i piloti, Antonio e Mirco Avesani, padre e figlio, 55 e 22 anni, che condividono una genuina passione per l’automobilismo, erano addirittura pronti a riprendere sportivamente la corsa dopo il generoso intervento di alcuni appassionati che li avevano aiutati a rimettere sulle ruote la bianca Peugeot. Ma il ruzzolone aveva provocato la rottura del parabrezza e di un vetro laterale. Ragion per cui i due rallymen hanno preferito ritirarsi. Questo il racconto del protagonista, Antonio Avesani, che era al volante dopo aver rilevato il volante dal figlio, che aveva guidato nella prima parte del rally: «Mio figlio è stato più bravo di me, devo ammetterlo, perché ha corso per metà gara senza provocare danni. Quando al volante sono passato io, è successo il patatrac». E aggiunge: «La prova speciale dove siamo usciti di strada era partita con venti minuti di ritardo e il primo tratto era lento così le gomme non si scaldavano. Poi siamo piombati come missili su un tratto sporco di terriccio, con foglie umide e aderenza precaria. Dopo due curve molto veloci, da quarta piena, ho sentito che la Peugeot scodava, sembrava volesse scappar via col retrotreno, ma sono riuscita a riprenderla senza problemi». La terza volta la macchina ha sfiorato il ciglio stradale. È bastato quello per destabilizzarla e farla precipitare nel campo che stava sotto. Antonio Avesani è presidente dell’HRT Corse che gestisce la pista terra-asfalto lunga circa un chilometro di Vago di Lavagno, chiusa dal 31 dicembre scorso. «Abbiamo cessato l’attività per incompatibilità con l’attività di una vicina cascina con maneggio, ma speriamo di tornare con Lavagno Sport Motori del prossimo novembre, in concomitanza con il Revival Valpantena», sospira Antonio Avesani. Certo è il fatto che l’automobilismo diventa sempre di più una missione impegnativa. Difficoltà per tutti gli organizzatori. Al Rally LessiniaSport dello scorso febbraio è arrivato il semaforo verde delle autorità solo poche ore prima del pronti via, quando ormai gli organizzatori avevano investito tempo e risorse e molti piloti avevano preparato auto e iniziato il viaggio per raggiungere il teatro della gara. E la stessa Caprino-Spiazzi, in versione velocità per auto classiche, è stata annullata per la mancanza delle necessarie autorizzazioni. Peccato, perché se effettivamente la sicurezza e il rispetto dell’ambiente impongono doverose cautele, è altrettanto vero che l’automobilismo richiama un popolo di appassionati, piloti, navigatori, assistenti, direttori sportivi e tecnici che portano risorse per tre giorni al territorio teatro delle gare. •

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