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«Altolà all’impianto di riciclaggio»

Un impianto di riciclaggio di rifiuti
Un impianto di riciclaggio di rifiuti
Un impianto di riciclaggio di rifiuti
Un impianto di riciclaggio di rifiuti

La Provincia è chiamata oggi a esprimersi sulla Via (la Valutazione di impatto ambientale), ma il Comune di Caldiero mette le mani avanti: non se ne parla. L’oggetto del contendere è l’impianto di riciclaggio, smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi che una ditta privata ha intenzione di realizzare all'ingresso della frazione di Caldierino, vicino al torrente Illasi, all'altezza della rotatoria tra la strada regionale nuova Porcilana e lo svincolo della frazione. Un impianto al quale l'amministrazione comunale di Caldiero si è opposta da circa un anno, facendo le proprie rimostranze nelle sedi opportune e inviando una serie di osservazioni negative, che verranno prese in considerazione nella conferenza decisoria di oggi. La scelta ovviamente non è casuale, trovandosi all'imbocco di una grande strada di scorrimento come la nuova Porcilana. Di recente la ditta richiedente, ha presentato delle modifiche al progetto, per limitare la gamma di rifiuti da poter trattare e snellire al contempo la procedura per ottenere l'autorizzazione. Verrebbero lavorati e trasformati materiali edili di risulta. «Siamo fortemente preoccupati che si possa realizzare un impianto del genere, a 500 metri di distanza da un quartiere residenziale, lungo la fascia di rispetto del torrente Illasi, che semmai andrebbe valorizzata e non peggiorata», ammonisce il sindaco Marcello Lovato. «Non è una novità nell'Est veronese questo impianto di riciclaggio, che ha tentato prima di insediarsi a Illasi e poi a Colognola. Entrambe le amministrazioni comunali si sono dette contrarie e in ambedue i paesi nostri vicini, l'autorizzazione è stata negata dalla Provincia». «Non si capisce dunque, semmai la Provincia volesse autorizzarlo, perché a Caldiero sì mentre si è opposta alla realizzazione dello stesso impianto ad Illasi e Colognola», sottolinea Lovato. «Oltretutto la scelta è alquanto infelice a parer nostro, trovandosi in una zona intensamente trafficata e all'ingresso di un paese, vicino a un torrente che spesso ha fatto le bizze negli ultimi anni. In quel punto si andrebbe solo ad intensificare una circolazione già intasata nelle ore di punta e a provocare puzze e polveri ai residenti», rimarca il sindaco. «GIÀ IL TERRITORIO di Caldiero, grande appena 10 chilometri quadrati, è densamente popolato e fortemente vessato da grandi vie di comunicazione, quali autostrada, statale 11, ferrovia Milano–Venezia, Nuova Porcilana e in futuro anche la Tav», fa notare il vicesindaco Francesco Fasoli, con delega all'ambiente. «Non ci pare questa la scelta più indovinata, oltretutto a due passi dal quartiere residenziale Arcobaleno, dove vivono tante giovani famiglie, che vedrebbero il valore immobiliare delle loro case, abbassarsi di parecchio». «Consigliamo agli investitori privati e alla Provincia di portare l'impianto in una zona meno popolata», è il suggerimento di Fasoli, «lontano da centri abitati, in aree più estese ed esterne, magari in zone industriali, dove l'impianto sarebbe meno impattante. Il nostro auspicio è che i tecnici della Provincia, non rilascino la Via». •

Zeno Martini

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