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Allarme super bollette «Rischiamo l’estinzione»

Pizzaiolo dell’anno 2020 Simone Padoan è il titolare de «I Tigli»Bolletta salata Dal mese di ottobre decorrono gli aumenti per le aziende
Pizzaiolo dell’anno 2020 Simone Padoan è il titolare de «I Tigli»Bolletta salata Dal mese di ottobre decorrono gli aumenti per le aziende
Pizzaiolo dell’anno 2020 Simone Padoan è il titolare de «I Tigli»Bolletta salata Dal mese di ottobre decorrono gli aumenti per le aziende
Pizzaiolo dell’anno 2020 Simone Padoan è il titolare de «I Tigli»Bolletta salata Dal mese di ottobre decorrono gli aumenti per le aziende

Trattorie, ristoranti e pizzerie a rischio estinzione: «Senza correttivi, che passano in primis dall’adeguamento del potere di acquisto della busta paga, tutto ciò resterà solo un ricordo». L’allarme ha un volto noto, quello di Simone Padoan, patron della pizzeria gourmet «I Tigli», che ha portato San Bonifacio ad essere conosciuta come patria del miglior pizzaiolo d’Italia e la sua attività nella Guida Michelin. In cosa si traducano gli aumenti di cui si parla da mesi l’ha scoperto dalla bolletta della luce: 4.663,95 euro per i consumi di ottobre, periodo di decorrenza dei nuovi prezzi per le aziende, cioè 1.200 euro in più della sua media mensile. Ha un contratto a 80 giorni e la bolletta l’ha pagata martedì. «Solo per questa fanno 14mila euro di spesa in più all’anno. Impensabile ritoccare i listini, perché se la busta paga media rimane di 1.200-1.400 euro, e i rincari colpiranno anche le famiglie, mangiar fuori diventerà un lusso. Il danno è molto più esteso», spiega Padoan, «perché per tenere fermi i prezzi, all’aumentare anche del costo delle materie prime, non compri più il pescato o la verdura italiana e così danneggi sia il consumatore, che paga uguale ma per una qualità molto inferiore, sia l’intera filiera nazionale a vantaggio dell’estero. Riduci i giorni di apertura? Non io, per me il mio mestiere è un servizio ma se gira poca gente devo ridurre il personale. Non se ne esce». Ottimista lo è di natura ma stavolta Padoan ammette di far davvero fatica: «Sono due anni che si naviga a vista: dimezzamento dei posti, costi di adeguamento, costi extra che sostieni per poter lavorare tranquillamente, come i tamponi ogni due giorni per tutti e noi dieci che lavoriamo qui, anche se siamo tutti vaccinati: poi c’è la paura della gente che svuota le sale, l’incertezza generale, il contagio che corre fino a che tra i dipendenti ti mancano le braccia per lavorare e sei costretto a riposarti un po’». Ha scritto così Padoan sul biglietto che sulla porta dei Tigli rinvia l’apertura al 28 gennaio: giorni per provare a rasserenare la mente, per cercare di cancellare quel nero che vede. «Non ho bacchette magiche e ho rispetto per chi deve prendere decisioni in un momento tanto difficile ma lo Stato, che avrebbe dovuto acquistare energia bloccando il prezzo per tre anni, deve prendere in mano la situazione riequilibrando costi e guadagni: deve spiegare ai cittadini la visione che ha, perché mi rifiuto di credere che non ci sia stata una valutazione delle conseguenze di certe decisioni. Diversamente», l’amara conclusione, «corriamo verso il fallimento». •.

Paola Dalli Cani

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