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Allagamenti, la soluzione di Costa

L’acqua scesa in Val d’Alpone. Il Comune di Monteforte sta calcolando l’elenco dei danni da inviare in Regione
L’acqua scesa in Val d’Alpone. Il Comune di Monteforte sta calcolando l’elenco dei danni da inviare in Regione
L’acqua scesa in Val d’Alpone. Il Comune di Monteforte sta calcolando l’elenco dei danni da inviare in Regione
L’acqua scesa in Val d’Alpone. Il Comune di Monteforte sta calcolando l’elenco dei danni da inviare in Regione

«La cosiddetta fossa dei Vivani deve diventare demaniale: lo chiederò questa mattina al Governatore del Veneto Luca Zaia». È questa, secondo il sindaco Roberto Costa, l’unica soluzione al problema di rigurgito di tombini e condotte che mercoledì pomeriggio è stato una delle cause principali degli allagamenti diffusi (un’ottantina i garage finiti sott’acqua) a Costalunga di Monteforte d’Alpone e in parte di quelli di Brognoligo. LA FOSSA in questione è quella che colletta, a valle dell’abitato, almeno otto fossati di scolo per portare l’acqua verso l’idrovora posta a monte della confluenza tra Alpone e Rio delle Carbonare: «I privati non devono avere l’onere della manutenzione se si tratta di un corso d’acqua che raccoglie le acque di tutti. Solo così», dice Costa, «si risolve in via radicale il problema. Mercoledì l’acqua ribolliva dai tombini, altri erano vere e proprie fontane: l’effetto sifone si risolve solo se quel chilometro di scolo è sempre funzionale e la garanzia c’è solo se è pubblico». Ne parlerà a Zaia stamattina quando il Governatore presenzierà all’inaugurazione del nuovo impianto produttivo di Cantina di Soave, a Soave. E proprio dalla rete di rilevamento della cantina salta fuori il dato della precipitazione che ha fatto collassare il sistema di scolo delle due frazioni dopo mezz’ora di pioggia: il dato cumulativo di mercoledì in località Taiola a Monteforte è di 73,4 millimetri, mentre su Monteforte l’evento si è limitato a 50,2 millimetri. In linea sono anche le rilevazioni della rete Meteo4: centraline Arpav non ce ne sono, «eppure sono dati importantissimi», considera Costa, «per cui ne predisporremo due, una nel capoluogo e una nelle frazioni, a carico del Comune». IERI DALLE 7 le strade e i quartieri finiti sotto acqua e terra sono stati un viavai di mezzi del Comune andati ad integrare il grande lavoro dei residenti: piccoli escavatori per rimuovere depositi di terra e detriti, la spazzatrice per ripulire le strade, mezzi per l’espurgo di fossi e scoline. Lungo le strade, il deposito dei rifiuti di allagamento poi raccolti dal Comune e portati all’isola ecologica. La demanializzazione della «fossa dei Vivani» presuppone, comunque, un iter lungo: e nel frattempo? «Partiranno a breve i lavori del Consorzio di bonifica Alta pianura veneta sul Rio delle Carbonare e io convocherò a breve i proprietari dei terreni che si trovano lungo quel chilometro perché la pulizia può essere fatta completamente solo se il Comune la coordina e ne è il regista. Quanto alla collina», considera Costa, «anche io, come i miei predecessori, sono a richiamare l’importanza della pulizia e manutenzione delle scoline: l’antica festa dei fossi dimostra che in passato le manutenzioni erano un appuntamento fisso». DI PASSARE dalle parole ai fatti lo chiede Teresa Ros (Monteforte si può fare) anche alla luce delle infiltrazioni verificatesi nel palazzetto del capoluogo mentre Andrea Savoia (Tradizione nel futuro), dando voce ai residenti, propone una soluzione a breve termine quanto meno per la zona di via della Pace: «Trasformare l’area verde del quartiere in un micro bacino. Basterebbe scavare e creare degli scivoli per ricavare quei 40 centimetri o più che possono incamerare acqua e far guadagnare tempo in caso di emergenza senza precluderne l’utilizzo in tempo di pace. Il problema è datato, non è imputabile a Costa, ma con il cospicuo avanzo di amministrazione disponibile si potrebbe fare questo ed altro. Vanno fatte verifiche sulla rete scolante in collina e sulle lavorazioni agricole che potrebbero essere a monte di dilavamenti o frane, come per la frana di Brognoligo che invitiamo il Comune a monitorare e sulla quale andrebbe fatta chiarezza». IERI si è aperta la fase della raccolta dei primi dati sull’entità del nubifragio e sui suoi effetti: sono quelli che nelle prossime ore comporranno la segnalazione che il Comune invierà alla Regione confidando nel riconoscimento dello stato di crisi. Quanto ai problemi Costa rivolge un appello ai cittadini: «I social sono preziosissimi ma non si può pensare che il Comune possa procedere guardando quelli: segnalate i problemi in municipio, solo così potremo intervenire». •

Paola Dalli Cani

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