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«Panetthòn», la sfida che fa lievitare gli aiuti all’Etiopia

Simone Padoan della pizzeria I Tigli e Renato Bosco
Simone Padoan della pizzeria I Tigli e Renato Bosco
Simone Padoan della pizzeria I Tigli e Renato Bosco
Simone Padoan della pizzeria I Tigli e Renato Bosco

Farina, lievito madre e tanta passione: il panettone di Daniele Lorenzetti, sfornato dalla omonima pasticceria di San Giovanni Lupatoto, oggi a Torreglia (nel Padovano) si candida a panettone più «buono» del Veneto, o meglio a «Panetthòn 2017». Si chiama così la sfida tra i maestri dell’alta pasticceria con cui in tutta la regione si stanno raccogliendo fondi a sostegno dell’opera di don Cesare Bullo, sacerdote padovano, a favore della formazione scolastica dei bambini etiopi. Verona non poteva mancare e lo ha fatto sia ospitando alla pizzeria I Tigli di San Bonifacio la selezione dei panettoni scaligeri e berici senza additivi e conservanti, sia dando ampio sfoggio dell’arte dei maestri pasticceri veronesi. Al giudizio di una severa giuria composta da giornalisti, gourmet ed esperti del settore, si sono presentati in sei: il panettone della pasticceria Infermentum di Stallavena, quello della pizzeria Zio Lele e della pasticceria Dall’Omo (entrambe in città), quello della pizzeria Saporè di San Martino Buon Albergo assieme al panettone del panificio Pan d’oro di Cologna Veneta e, appunto, quello della pasticceria Lorenzetti. Si è trattato di un derby perché alla degustazione alla cieca hanno preso parte anche cinque panettoni di altrettante pasticcerie e pizzerie vicentine. Pagelle alla mano il panettone selezionato a rappresentare Verona è stato quello di Lorenzetti che oggi si gioca la finale in cui a dare i voti sarà anche la gente comune. Fin qui il risvolto tecnico: resta il dato più importante, e cioè quello legato alla gara più importante, quella di solidarietà. La serata sambonifacese ha consentito all’organizzazione di raccogliere un contributo di 400 euro a favore della onlus Amici di Adamitullo, quella di don Bullo. Merito anche di Simone Padoan, lo stellato «papà» dei Tigli delle pizze gourmet e del collega Renato Bosco (patron di Saporè) che hanno preso per la gola quanti hanno gremito il locale per partecipare, con gusto, alla maratona solidal-gastronomica. Sulle tavole hanno infatti sfilato la «mozzarella di pane con cime di rapa, acciughe e burrata» e una «crunch base bianca con formaggio caprottino, pompelmo, spada affumicato e polvere di liquirizia» sfornati da Bosco, assieme alla «margherita croccante» e alla pizza «gambero rosso in ceviche» di Padoan. Un modo «buono» di fare solidarietà vera su ampia scala: per la prima volta, infatti, il format inventato tra le mura di casa sua da Daniele Gaudioso (medico oculista, giornalista gourmet e collaboratore della guida ristoranti del Gambero Rosso) è diventato un evento regionale. Gaudioso, complici gli amici giornalisti Paolo Brinis e Renato Malaman, estendendo a tutta la regione il «gioco solidale» che ha sempre proposto ai suoi amici come ingrediente della casalinga festa degli auguri di Natale, ha sposato così la promozione del prodotto artigianale di altissima qualità al sostegno diffuso all’impegno di una vita di don Bullo in uno dei Paesi più poveri del mondo. • P.D.C.

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