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A fuoco il capannone della Protezione civile

Un vigile del fuoco all’interno del capannone   FOTO AMATOUno dei mezzi andato a fuoco
Un vigile del fuoco all’interno del capannone FOTO AMATOUno dei mezzi andato a fuoco
Un vigile del fuoco all’interno del capannone   FOTO AMATOUno dei mezzi andato a fuoco
Un vigile del fuoco all’interno del capannone FOTO AMATOUno dei mezzi andato a fuoco

Gravi danni ai mezzi della Protezione civile e antincendio boschivo di Tregnago sono derivati dall’incendio scoppiato nel capannone che ospita tutta l’attrezzatura del gruppo. I vigili del fuoco del Distaccamento di Caldiero sono intervenuti alle 6.30 di ieri, allertati dalla telefonata di un residente che ha sentito un forte boato e visto uscire fumo dalla serranda del capannone, un vecchio deposito militare, utilizzato in passato dal Corpo forestale dello Stato, ceduto in uso al Comune che ne ha fatto la sede della Protezione civile e sta concludendo le pratiche per il passaggio di proprietà dal Demanio di questo e altri due capannoni più grandi, da utilizzare sempre per la Protezione civile e per le associazioni. Da quanto hanno potuto verificare i vigili del fuoco, che hanno lavorato fino alle 8 per spegnere l’incendio, tutto è partito da un corto circuito di un Land Rover Defender parcheggiato all’interno della struttura, propagatosi poi al mezzo vicino, un Nissan pickup attrezzato con pompe e naspi, e che il fuoco ha messo in moto, sbalzandolo tre metri più avanti contro la serranda. I cinque uomini del turno B di Caldiero, diretti dal caposquadra Andrea Zampieri, sono riusciti a scardinare il portone e a spegnere le fiamme in appena cinque minuti. Tutto il resto del tempo è stato necessario per liberare i locali dal fumo con l’aiuto di un motoventilatore, e a controllare che non si innescassero altri focolai d’incendio, propagandosi agli altri mezzi e attrezzature custoditi nella sede. Gli ispettori, che hanno analizzato il posto e la propagazione del fuoco, ritengono chiara la dinamica: una scintilla partita con ogni probabilità dalla batteria di uno dei mezzi parcheggiati all’interno. Sul posto sono accorsi anche il presidente della Protezione civile tregnaghese, Paolo Guzzo, con alcuni volontari, il sindaco Simone Santellani, con l’assessore Daniela Vicentini e il consigliere Giovanni Bonamini. Impossibile per il momento un calcolo anche approssimativo dei danni, che saranno più chiari nei prossimi giorni, quando i volontari si rimetteranno al lavoro per la pulizia, il recupero e il ripristino. Da quello che si è potuto vedere a una prima ricognizione, si è salvato il vecchio camion botte e l’autobus ceduto dalla Regione sul quale da un decennio i volontari stanno lavorando per trasformarlo in cucina d’emergenza da utilizzare in eventuali situazioni di crisi. «I danni morali sono enormi», ha commentato il presidente Guzzo, «quelli materiali li quantificheremo. Siamo attivi dal 1982 e oggi contiamo una squadra di 24 volontari addestrati in particolare nello spegnimento di incendi boschivi, ma sempre pronti su chiamata con i nostri mezzi, con i quali facciamo diversi interventi di spegnimento, in particolare nel periodo febbraio-aprile. La squadra rimane operativa, ma solo con i propri uomini e i flabelli, e ho già comunicato al centro operativo regionale antincendi boschivi e alla Provincia l’impossibilità di uscire con i nostri mezzi», conclude Guzzo. Il Comune, che inizialmente prevedeva un’ordinanza di inagibilità, ha avuto invece rassicurazione che la struttura muraria non ha subito danni, ma comunque saranno fatti le dovute ispezioni prima di avviare gli interventi di recupero e pulizia del materiale che si è salvato dal fuoco. «Il lavoro dei volontari della Protezione civile è importante e va riconosciuto e sostenuto. Per questo», sottolinea il sindaco Santellani, «chiederemo aiuto a Regione e Provincia perché nel più breve tempo possibile possano essere interamente ripristinata la loro operatività. Il danno economico è importante ma c’è anche una mancanza di servizio per il territorio che non possiamo dilatare troppo nel tempo. Questo grave evento mi auguro sia stimolo per ripartire, con una struttura più grande, che già avevamo intenzione di acquisire dal Demanio, con tutti gli spazi a norma e i sistemi di protezione previsti». •

Vittorio Zambaldo

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