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A cena con la gloriosa Napoleonica

Piergiorgio Sambugaro e Giovanni Rana  FOTO DIENNE
Piergiorgio Sambugaro e Giovanni Rana FOTO DIENNE
Piergiorgio Sambugaro e Giovanni Rana  FOTO DIENNE
Piergiorgio Sambugaro e Giovanni Rana FOTO DIENNE

La Napoleonica è tornata a rivivere per una notte. La gloriosa società calcistica arcolese sorta nel 1926 - che si è sciolta – ha tirato fuori tutto il suo orgoglio e ha mostrato pagine di storia incise nei volti di chi ha fatto parte di quella società. Settanta glorie che hanno militato negli ultimi 50 anni nella società gialloverde si sono rivisti dopo parecchi anni, grazie a due imprenditori veronesi, amici ed estimatori l’uno dell’altro: Piergiorgio Sambugaro e Giovanni Rana. Seduti uno accanto all’altro, hanno riunito ex giocatori, ex dirigenti, ex allenatori e preparatori atletici per una cena, che si è svolta al centro culturale Giovanni d’Arcole, l’altra sera, preparata dall’Ente Fiera di Arcole. Tutti insieme in una tavolata, gli ex gialloverdi hanno fanno venir voglia di Napoleonica, tanto da far dire all’ex sindaco Lovanio Pedrollo: «Auguro che la Napoleonica possa tornare presto». Dunque, solo un’operazione nostalgia? Vedremo. I convenuti hanno donato a Piergiorgio Sambugaro, per 20 anni presidente della Napoleonica, a partire dalla stagione 1969–’70, un pallone e una maglia della squadra gialloverde, firmati da Roberto Baggio. È toccato agli ex sindaci Giovanna Negro e Lovanio Pedrollo tracciare la figura di Sambugaro, una delle colonne portanti della comunità di Arcole dal dopoguerra a oggi. «Sambugaro ha assunto alcuni giocatori che venivano da fuori nelle sue aziende, per dare loro una tranquillità economica», ha svelato Pedrollo. «Ha dato alla Napoleonica un’impronta imprenditoriale. Era pragmatico e diplomatico, ha creato una nuova dirigenza e ha investito nel marketing creando gadget, bandiere della squadra, distintivi con l’effigie di Napoleone, borse e divise di rappresentanza per giocatori e preparatori. Ha ricevuto dall’arbitro Rosario Lo Bello una medaglia d’oro per i suoi meriti sportivi». «Non è stato solo il presidente della Napoleonica, ma anche un lungimirante imprenditore (è proprietario del Gruppo Napoleon che commercia prodotti ortofrutticoli dell’agroalimentare, ndr) che ha dato e dà da lavorare a tante persone», ha ricordato la consigliere regionale Negro. «Inoltre per vent’anni, tra gli anni Settanta e Ottanta, è stato il presidente dell’Ipab Opere Riunite Don Luigi Rossi di Arcole. Alla casa di riposo ha investito e risparmiato, lasciando due milioni di euro di attivo, al termine della sua gestione. Sambugaro mi ha trasmesso due insegnamenti: il primo è che è un dovere ricordare chi ha lavorato in passato per il bene della comunità e l’altro e quello di lasciare sempre la porta aperta». «IO SONO NATO QUA VICINO, a Veronella e tra il 1947 e il ’50 ho conosciuto da giovane Piergiorgio Sambugaro, quando andavo a Cologna Veneta», ha raccontato Giovanni Rana. «Io vendevo il ghiaccio per gli esercizi di ristorazione e lui, con il suo banchetto, vendeva perseghi e angurie. Poi ho lasciato le nebbie e a 12 anni, mi sono spostato verso il sole, a San Giovanni Lupatoto». Rana ha poi rammentato le origini della sua azienda: «Facevo il pane con i miei fratelli e poi, a 23 anni, ho detto a mia mamma che avrei iniziato a produrre pasta fresca e tortellini. Mio fratello disse che dopo sei mesi sarei tornato a fare il pane. Così è cominciata la sfida, anche nei suoi confronti: ho cominciato a fare a mano con due-tre donne i tortellini. Erano gli anni Sessanta e volevo creare un tortellino con un ripieno sostanzioso». Attualmente il pastificio Rana confeziona circa 400 mila prodotti al giorno con sopra stampato il volto del fondatore. «Abbiamo sette stabilimenti in Italia, Belgio e Stati Uniti con 3.200 dipendenti”, ha proseguito nel racconto Rana. «La mia prima fortuna è stata quella di avere buona salute. Poi di aver avuto un figlio che si è appassionato all’azienda, nella quale oggi lavora anche mio nipote, così le generazioni proseguono nell’impegno che ho iniziato, mentre io cerco di tenere unita la mia famiglia, anche quella dei miei dipendenti: ma non è facile essendo così vasta». «Ho avuto una vita di grandi soddisfazioni», ha confermato Rana, «e dopo essere stato fornaio, artigiano e imprenditore sono diventato anche personaggio pubblico. Più volte le multinazionali hanno cercato di comprare la mia azienda, ma io ho sempre rifiutato. Non voglio che diventi come le grandi multinazionali, ma desidero rimanga un’azienda a dimensione familiare, sebbene con una famiglia allargata di 3.200 componenti». «Sono legato ai miei dipendenti, al punto da averli fatti recitare negli spot televisivi accanto a me», ha concluso Rana, ospite d’onore della serata. «Sono 26 anni che faccio la pubblicità in televisione e questo mi ha dato da un lato una grande visibilità e dall’altro ha fatto conoscere i miei tortellini in tutto il mondo». Tra applausi e brindisi all’indirizzo di Rana e Sambugaro, la reunion della Napoleonica è filata via tra nostalgie e speranze future per il calcio arcolese. «Tanti amici si sono ritrovati qui stasera dopo molti anni», ha evidenziato il sindaco Alessandro Ceretta, «Speriamo che i valori di quel tempo e quella genuinità nel fare le cose, tornino nel nostro paese, come al tempo in cui gli arcolesi si identificavano nei colori della Napoleonica». •

Zeno Martini

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