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Amministrative 2022

Fatti, annunci e linguaggio: a Verona i candidati sindaco sotto la lente del fact checking

Sarà corsa a tre. Due puntano a tornare, il terzo si gioca la prima sfida in politica della sua vita. Federico Sboarina prova a ripetere il successo di cinque anni fa, per conquistare un nuovo quinquennio a Palazzo Barbieri. Flavio Tosi scommette sulla sua capacità di essere ancora competitivo dopo il decennio da primo cittadino fra il 2007 e il 2017. Damiano Tommasi si affaccia alla corsa elettorale da new entry della politica, dopo una carriera di calciatore di successo e presidente dell’associazione di categoria.
In tre si giocano la poltrona di sindaco, gli altri candidati faranno la loro parte come sempre. Ma è di questa sfida ristretta e incerta che vivrà la campagna elettorale. E dunque questi tre candidati L’Arena ha deciso di mettere sotto esame, con un’operazione di fact checking che prenderà il via la prossima settimana e li seguirà nei due mesi che ci separano dalle elezioni del 12 giugno.


Cosa vuol dire fact checking? Controllo e verifica di quello che si dice, in questo caso, più che smascheramento di fake news. Misureremo dei tre candidati le loro parole, peseremo le dichiarazioni, analizzeremo il loro linguaggio, le frasi ricorrenti, i termini-chiave, il modo di rivolgersi agli elettori, la cifra del loro linguaggio, verificheremo l’aderenza delle parole ai fatti, cercheremo di capire se nelle coalizioni che sostengono gli aspiranti sindaci emergono contraddizioni - uno dice una cosa e l’altro il contrario -, passeremo al setaccio le singole prese di posizione. Lo faremo leggendo il giornale, seguendo i social, confrontando gli slogan.
 

Ma chi lo farà? «Lo farà», spiega il direttore del nostro giornale Massimo Mamoli, «una squadra di studenti universitari della triennale di Scienze della Comunicazione che frequentano il corso di Teorie e tecniche del giornalismo multimediale tenuto dal collega Paolo Dal Ben, “arruolati“ da L’Arena. Diventeranno loro i protagonisti di questa operazione verità». Lo faranno praticando due terreni - giornali e politica - che nei giovani tendono a incontrare una certa diffidenza. «Loro hanno accolto la proposta con entusiasmo», continua Mamoli, «noi ne metteremo altrettanto nel seguirli e coordinarli, con il capocronista Bonifacio Pignatti che farà da tutor. Ogni passaggio della campagna elettorale sarà messo sotto osservazione».


Ma i candidati dovranno anche guardarsi alle spalle. Il mandato dei nostri ragazzi infatti è anche quello di consultare gli archivi de L’Arena, risalire nel passato per cogliere possibili contraddizioni, verificare se le posizioni di uno o dell’altro riguardo a un determinato tema sono cambiate.
E a proposito di temi. Metteremo a confronto i tre candidati sulle grandi questioni che da anni pervadono la vita amministrative della città, spesso senza approdare a un esito e sforando qualsiasi limite di tempo dichiarato. C’è un titolo del nostro giornale, a sette colonne, primi anni Duemila: «L’Arsenale pronto nel 2006». Non è una frase di uno dei tre candidati, ma è un esempio plastico del vulnus che affligge Verona da oltre vent’anni: l’incapacità di portare a termine grandi opere o anche imprese a portata di risultato. Parliamo del filobus, appunto dell’Arsenale, del traforo delle Torricelle, dell’ingresso a pagamento al cortile di Giulietta, della pianificazione di Verona Sud, delle strategie culturali all’altezza di una città fra le prime d’Italia per afflusso turistico, della rinascita dell’aeroporto. I nostri studenti - guidati e coordinati da Pignatti, Dal Ben e dalla redazione - metteranno a confronto dichiarazioni, risaliranno a prese di posizioni passate, nel caso di Tommasi, ma non solo, chiamando in causa i rappresentanti dei partiti che sostengono i candidati.

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