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PALAZZO BARBIERI

Fondi europei, Verona in corsa con cinque bandi: «Città metropolitana, una cabina di regia»

Parla Giacomo Cona, delegato alle Politiche europee
Giacomo Cona, consigliere del Comune di Verona con delega alle Politiche europee
Giacomo Cona, consigliere del Comune di Verona con delega alle Politiche europee
Giacomo Cona, consigliere del Comune di Verona con delega alle Politiche europee
Giacomo Cona, consigliere del Comune di Verona con delega alle Politiche europee

La quota di risorse europee mobilitate dall'accordo di partenariato 2021-2027 ammonta, per l'Italia, a oltre 42 miliardi di euro, di cui 26,3 di Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e 14,8 di Fondo sociale europeo plus (Fes+).
A questi fondi, che sono i principali, si aggiungono le risorse - circa un miliardo di euro - del Just Transition Fund per sostenere la transizione ecologica di attività a forte impatto ambientale. Con il cofinanziamento nazionale il totale sale a oltre 74 miliardi di euro.

Una cifra consistente, maggiore rispetto allo scorso periodo di programmazione, che andrà ripartita in base alle categorie di Regioni: da quelle classificate come «meno sviluppate» (a cui è destinata una quota più alta dei contributi) a quelle «in transizione», per arrivare alle «più sviluppate» fra le quali figura il Veneto. Per spendere questi fondi ci sarà tempo fino alla fine del 2029.

Giacomo Cona, consigliere del Comune di Verona con delega alle Politiche europee, spiega che a una pubblica amministrazione questi fondi potrebbero servire, potenzialmente, a realizzare di tutto. «Il salto di qualità nell'investimento pubblico», afferma, «lo si fa se si è bravi a utilizzare i fondi europei e in primis quelli derivanti dalla politiche di coesione, che sono il grosso della torta. Faccio un esempio. Il bilancio del Comune di Verona, che è un Comune virtuoso, ha una parte di circa dieci milioni destinata agli investimenti e una parte disponibile di circa 40 milioni. Tuttavia questo budget non basta per realizzare opere infrastrutturali. Si potrebbe invece fare la differenza se si riuscisse ad aumentarlo grazie alla capacità di reperire finanziamenti europei di varie tipologie. Si potrebbero rigenerare aree urbane, quartieri e spazi verdi, sistemare immobili di edilizia popolare, riqualificare il patrimonio Unesco, creare percorsi turistici, potenziare il trasporto pubblico e le piste ciclabili. E così via».

I fondi che si potrebbero intercettare

Tutto dipenderà da quanti fondi si è in grado di intercettare. «Per ora», sottolinea Cona, «nella programmazione 2021-2027, come Autorità urbana abbiamo un margine di spesa assicurato di 21,5 milioni di euro, da condividere con i Comuni della cintura. Si ragiona con la mentalità di una città metropolitana, perché tante partite si giocano assieme. Inoltre stiamo lavorando per rafforzare la struttura interna, ossia la cabina di regia sui fondi europei trasversale a tutte le direzioni comunali che mantenga anche i rapporti con il territorio, per costruire eventuali partnership. L'obiettivo è presentare una vera e propria strategia di utilizzo dei fondi strutturali per lo sviluppo urbano».

I cinque bandi a cui partecipa il Comune di Verona

Nel frattempo, da quando sei mesi fa è nata la figura del consigliere delegato alle Politiche europee, il Comune di Verona sta partecipando a cinque diversi bandi focalizzati su sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico, mobilità, inclusione sociale, rigenerazione urbana, sport e salute.
Per quanto riguarda il Pnrr, fratello più ricco, «i treni principali», dice Cona, «sono passanti dalla metà del 2021 alla primavera del 2022, ma qualcosa in più siamo riusciti a incamerare: sei milioni di euro per il comparto digitale e tre per quello dell'efficientamento energetico, derivanti da bandi a cui abbiamo partecipato tra l'estate e l'autunno».

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