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IL CASO

Dopo il no al tricolore sull'Arena, gli alpini rinunciano alla cittadella: «Troppe restrizioni»

Tinè: «Monumento unico, non si può. Ma su Palazzo Barbieri e Gran Guardia sarà possibile». Insorgono Gelmetti, Polato e Padovani, di FdI: «Le penne nere vanno rispettate»
Gli alpini in piazza Bra
Gli alpini in piazza Bra
Gli alpini in piazza Bra
Gli alpini in piazza Bra

Non l’Arena illuminata con il Tricolore ma un’intera piazza colorata di bianco, rosso e verde. La Soprintendenza, ieri pomeriggio, ha stoppato l’accensione dei monumenti di piazza Bra in occasione dei 150 anni di costituzione del corpo degli alpini: una suggestiva visione di Arena, Palazzo Barbieri e Gran Guardia nelle sere della ricorrenza delle Truppe Alpine che si ripete dal 2019. “Facciamo appello a tutti i veronesi affinché domani, sabato 22 ottobre, e domenica arrivino in piazza con il Tricolore”, è stato il primo commento del presidente dell’Ana Luciano Bertagnoli, molto amareggiato del “no” ricevuto dal sovrintendente Tiné.

“L’Arena è un monumento che deve essere tenuto vivo e le pietre di cui è formata, in Tricolore, avrebbero parlato ai nostri giovani, raccontando loro l’impegno degli alpini di ieri e di oggi al fianco della comunità. Questa scelta, un trattamento che proprio sentiamo di non meritare, è invece per noi inconcepibile e incomprensibile”, ha aggiunto Bertagnoli

Il programma delle celebrazioni: annullata la Cittadella

Criticità a parte, rimane saldo e prioritario festeggiare i 150 anni da quell’ottobre del 1872 quando Re Vittorio Emanuele II firmò il decreto numero 1056, che costituì le prime quindici compagnie alpine. Il programma delle tre giornate entra nel vivo questa sera alle 21 con la premiazione nella sala Maffeiana del Teatro Filarmonico dei circa mille volontari dell’ANA Verona che si sono messi a disposizione della collettività durante i due anni di pandemia. Domani, sabato 22 ottobre, la giornata inizia alle 10.30 con l’alzabandiera e l’inaugurazione delle mostre e gli allestimenti delle varie eccellenze della Sezione Alpini di Alpini.

Salta invece la Cittadella degli Alpini "a fronte delle difficoltà organizzative di queste ultime ore, che si sono aggiunte a quelle degli ultimi giorni, e delle restrizioni imposte. Abbiamo esaminato attentamente le direttive di ieri della Soprintendenza, che ci sono pervenute complete sono oggi a giornata avanzata. Alla luce di queste ulteriori limitazioni alla manifestazione di piazza, non possiamo assolutamente pensare di confermare la Cittadella Alpina in Bra perché lo stretto perimetro datoci non riuscirebbe a contenere tutte le varie anime che compongono l'Associazione Nazionale Alpini di Verona. Non possiamo scegliere chi lasciare a casa, non sarebbe giusto: siamo un unico. Pur a malincuore, abbiamo deciso di abbandonare la piazza", è il commento del presidente dell'ANA Verona Luciano Bertagnoli.

Alle 18 è in programma l’ammainabandiera mentre alle 20, e solo nella notte di sabato, è fissata l’accensione del Tricolore sulle facciate di Palazzo Barbieri e Gran Guardia. Alle 21, i festeggiamenti si spostano all’interno del Teatro Filarmonico per il concerto per il 150° anniversario di fondazione delle Truppe alpine con l’esibizione congiunta della Fanfara sezionale di Perzacco e del prestigioso Coro Areniano. La partecipazione al concerto è gratuita e libera, fino ad esaurimento posti.

Domenica alle 9 la cerimonia al Sacrario Militare con deposizione di una corona e l’onore ai caduti: a seguire, la sfilata fino in piazza Bra accompagnata dalla fanfara sezionale di Caldiero e dalla banda musicale cittadina di Grezzana. Alle 10, l’alzabandiera e la deposizione di una corona alla targa dedicata al 6° Reggimento alpini. Dopodiché, le celebrazioni si sposteranno sulla scalinata di Palazzo Barbieri per gli interventi delle istituzioni e la messa, celebrata dal nuovo vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompili.

La polemica dopo il "no" del soprintendente

Pollice verso. L’Arena illuminata di tricolore in questo fine settimana per la festa dei 150 anni di fondazione degli Alpini, non va giù al soprintendente per archeologia, belle arti e paesaggio Vincenzo Tinè. E scoppia la polemica. Tinè, archeologo, non è nuovo a porre divieti o paletti, sul fronte del decoro dei monumenti e della città antica.

Come nel caso dei fuochi d’artificio nel concerto dei Kiss, ma anche sull’uso di piazza Bra. E ha dato il “niet” alle luminarie sull’Arena, dicendolo al Comune e agli Alpini. «È una questione di decoro», ci dice Tinè. «L’Arena è un monumento unico e non può essere illuminato per tre notti, come ci è stato richiesto, ma al massimo per una notte e per manifestazioni di rilevanza nazionale, come la festa del IV Novembre. Quanto a illuminare Palazzo Barbieri e la Gran Guardia, invece, ho dato due possibilità».

Le opzioni di Tinè 

Le due possibilità sono o illuminare per tre notti Palazzo Barbieri o per una sola notte Palazzo Barbieri e anche la Gran Guardia. «Gli organizzatori dovranno scegliere una delle due opzioni». Oggi, comunque, come da appuntamenti del Comune, alle 19 il sindaco Damiano Tommasi sarà presente, con l’Ana di Verona presieduta da Luciano Bertagnoli - che stamattina presenteranno nella loro sede le manifestazioni e non mancheranno di esprimersi, sul caso - all’accensione dei monumenti.

Insorge Fratelli d'Italia

Intanto, però, Fratelli d’Italia insorge, con il senatore Matteo Gelmetti, il consigliere regionale e comunale Daniele Polato e il deputato e consigliere comunale Marco Padovani. «È inaccettabile che a Verona non si possa tenere la cerimonia di accensione dell’Arena, monumento simbolo di Verona nel mondo. Gli Alpini non meritano questo trattamento, che ancora una volta conferma i troppi no, spesso immotivati, della Soprintendenza. Sarà mio impegno di senatore», dice Gelmetti, «lavorare a una riforma nell’ambito dell’autonomia, che renda più moderne e meno arcaiche queste istituzioni statali, troppo lontane dal territorio e dai cittadini. Molto meglio riferirsi a un ente più vicino come la Regione. Insieme con il consigliere Polato siamo a disposizione del Comune per trovare una soluzione». Padovani: «Questa amministrazione è sotto scacco di Tinè».

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