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Il personaggio

Matteo, l'ingegnere veronese che lavora all'auto guidata da remoto: «Sarà una rivoluzione»

Ecco come funzionano e quali vantaggi possono portare
A destra Matteo Battisti
A destra Matteo Battisti
A destra Matteo Battisti
A destra Matteo Battisti

La grande rivoluzione dell’automotive non è quella imposta dall’Unione Europea con il blocco della produzione del motore termico entro il 2035, anche se per il momento sta incontrando l’opposizione di alcuni stati, a favore del green, ma la teleguida.

«Vogliamo fornire un servizio di mobilità porta a porta unico, conveniente e sostenibile», dice il veronese Matteo Battisti, laurea in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, sette anni alla Lamborghini, cinque alla Huawei, ora responsabile Produzione e ingegneria meccanica alla Vay.

 

Le auto teleguidate

L’azienda, che ha la sede a Berlino, sta cercando di immettere più rapidamente servizi di mobilita sul mercato con approccio teleguidato e ha di recente condotto ad Amburgo un test dove un’auto senza conducente e guidata da remoto da un tele-driver ha girato per le strade della città: test brillantemente superato.

«L’obiettivo è che sia l’auto l’unica protagonista sulle strade: il cliente la ordina tramite app, riceve alla porta di casa una Kia e-Niro, una volta arrivato a destinazione è compito dell’operatore remoto parcheggiarla o portarla al prossimo cliente. Sembra un gioco da computer e invece Vay punta a offrire un vero e proprio servizio commerciale «con conducente remoto» in Europa.

«Il progetto è in sviluppo e ha il potenziale di alleggerire le strade delle città dalle auto dove rimangono parcheggiate anche più giorni», spiega Battisti.

 

Come funziona

Il conducente o teledriver, controlla da remoto tutte le funzioni del veicolo, sterzo, frenata e accelerazione; i sensori passano al setaccio tutto quello che sta attorno all’auto. Battisti è rimasto affascinato da questa innovativa tecnologia che deve superare ancora alcuni step, ma da tempo le auto di Vay vengono tele-guidate nel traffico cittadino. Il progetto Vay piace inoltre agli investitori tanto da aver raccolto un round di tipo B da 95 milioni di dollari di investimento per lanciare nella città sull’Elba il servizio.

Un modello da metropoli del futuro che potrebbe presto affiancarsi al car sharing o al noleggio a breve termine, con il vantaggio in questo caso che l’auto va dal cliente e non il contrario. «Nelle grandi città ci si sposta in metropolitana o con il tram; io stesso che uso l’auto non più di tre o quattro volte al mese per compiere lunghi tragitti mi sono chiesto se valga ancora la pena possederne una. C’è poi il rischio che venga vandalizzata o rovinata dagli agenti atmosferici, controlli, revisione, bollo, cambio gomme: a volte il possesso diventa fastidio», dice Battisti. «A Berlino», spiega l’ingegnere veronese, «guidiamo su strade pubbliche con un “safety driver” nel veicolo da più di tre anni ormai, ed ora abbiamo ottenuto un permesso speciale ad Amburgo che ci permette di togliere il nostro operatore dalla vettura mentre la tele-guidiamo».

E aggiunge: «Il tele-driver (che come qualsiasi conducente non può bere alcolici né far uso di sostanze psicotrope) seduto davanti allo schermo vede cosa c’è attorno all’auto guidata attraverso i sensori». «Il progetto mi ha da subito affascinato, ci credo perché la tecnologia funziona. Stiamo lavorando per essere pronti al lancio e siamo orgogliosi di realizzare questo progetto in Europa», conclude Battisti..

Anna Perlini

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