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Intervista del 23 febbraio

Valdegamberi: «L'Ucraina è il cuore della Russia. La Nato ha provocato spingendosi troppo ad Est»

Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi

(intervista rilasciata il 23 febbraio)

 

Lo cercano in tanti. «Forse vogliono sapere da me l’ora X dell’attacco», scherza. Ma non troppo. Per la sua inclinazione filorussa Stefano Valdegamberi, 51 anni, consigliere regionale di fede zaiana ma nel gruppo misto («tattica: per non lasciarlo in mano alle opposizioni»), cimbro di Badia Calavena, in politica fin da giovanissimo, sindaco a 27 anni, cattolico conservatore, qualche guaio l’ha già passato. Folgorato dalla Crimea sottratta all’Ucraina e annessa alla Russia - «il Mediterraneo sul Mar Nero» - dove era capitato su invito di politici austriaci nel 2014, da allora ha fatto da anello di congiunzione fra la politica veneta e la penisola di Yalta, organizzando trasferte di colleghi di vari partiti, sollecitando investimenti di imprese nostrane, magnificando le qualità turistiche di quel luogo tanto in voga a suo tempo per le vacanze dei politici comunisti. A Mosca è stato a lungo di casa, invitato perfino a un forum con Putin e Lavrov.
Fino a quando è finito in una black list di nemici dell’Ucraina ed è stato convocato dall’ambasciata americana a Roma per fornire spiegazioni del suo attivismo. «Ho detto che non sono comunista», ci disse nel 2019, «che non ho nulla contro gli Stati Uniti e che mi batto per il bene di tutti». Ora però Valdegamberi rischierà di essere convocato di nuovo dagli americani, se non altro perchè le sue posizioni sulla crisi ucraina sono le medesime contenute in una nota di ieri del ministero degli Esteri di Cuba: è la Russia che è stata provocata, la vera minaccia alla sicurezza internazionale è l’espansione della Nato, l’America ha scatenato per suoi interessi una campagna di propaganda anti-russa.


Valdegamberi, cosa sta succedendo fra Russia e Ucraina?
Quello che ho previsto da anni. La promessa ai tempi di Gorbaciov e della riunificazione delle Germania era che l’espansione massima della Nato non superasse la linea del fume Elba, l’ha ricordato in questi giorni anche Kissinger. Non è stato così, ed è una provocazione che dura da vent’anni. Questi sono i veri accordi violati . Quanto all’Ucraina, è Russia, anzi è il cuore della Russia. La storia dice che la Russia è nata in Ucraina. è un principio di integrità nazionale. Ai tempi degli zar, nessuno si sognava di dire che l’Ucraina non era Russia.
Ma è uno Stato sovrano, che rischia di essere invaso...
Convivono due etnie, verso i confini con la Polonia sono più nazionalisti, ma nel Donbass e in Crimea sono russi, è solo negli anni ’50 che la penisola venne accorpata all’Ucraina da Krusciov. Se nessuno in Crimea vuole stare con l’Ucraina, che senso hanno le sanzioni? Anzi, un senso ce l’hanno...
Cosa intende dire?
Siamo su uno scacchiere di grandi giochi internazionali. Si vuole ricreare un muro di Berlino, stavolta economico, per isolare la Russia. E sa chi paga il conto? Solo l’Europa. E l’Italia per prima.
Si riferisce all’aumento dei costo del gas?
Il gas è aumentato da noi in Europa, non negli Stati Uniti o in Cina, la crisi la paghiamo noi. Del resto a muovere il mondo è l’economia. L’Ameriva osteggia il gasdotto Nord Stream e la dipendenza energetica europea dalla Russia. Solo che il suo gas costa molto di più, è fuori mercato. A meno che gli scenari non lo cambino, il mercato. Con profitti enormi per gli Stati Uniti. Chiaro?
E dunque, Valdegamberi, come vede gli sviluppi della crisi. Cosa può fare la diplomazia?
Ora servono accordi, c’è ancora tempo. Accordi per il gas, accordi per tutelare gli interessi economici delle nostre imprese, che è il vero motivo per cui da anni tengo i collegamenti fra il Veneto e la Russia. Le sanzioni per la questione della Crimea hanno già procurato danni enormi, soprattutto al comparto agroalimentare, bisogna evitare che questo si ripeta. Certo, bisogna cercare di capire le ragioni degli altri, studiando la storia per esempio. Non c’è da fare la guerra, ma sedersi attorno a un tavolo. E l’Europa deve essere un soggetto politico in grado di dialogare. E di capire che può esserci un piano proprio per affossare l’economia europea».

Bonifacio Pignatti

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