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Vicino a Parco Ottocento

Una discarica in riva all'Adige: i volontari riempiono decine di sacchi di spazzatura

Cacciatori di rifiuti in riva all'Adige (Perlini)

Un fiume di immondizie, a ridosso dell'Adige. Sembra un paradosso che venga gettato di tutto in un'oasi verde dove i veronesi amano passare qualche ora all'aperto, ed è invece quello che hanno raccolto i “cacciatori di rifiuti” sul lato destro dell'Adige, in prossimità del parcheggio del parco Ottocento nei pressi di Boscomatico.

«Si tratta di un'area verde, ricca di alberi ma che purtroppo, per anni è stata meta di individui senza scrupoli che vi hanno gettato rifiuti come fosse una discarica», racconta Antonietta di Renzo che coordina il gruppo Cittadinanza attiva Vr. Dal resoconto dei volontari testimoniato da foto, alla fine della caccia è stata radunata una montagna di rifiuti da riempire decine di sacchi. Il responsabile del parco Ottocento ha raccontato come nonostante ci siano le telecamere installate da Amia, la gente continua a scaricare materiale e nessuno viene sanzionato.

 

Cacciatori di rifiuti in riva all'Adige (Perlini)

 

La proprietà ha recuperato fino a 40 frigoriferi: si conoscono i responsabili ma non vengono puniti. «Sembrano storie surreali – continua Antonietta Di Renzo - e noi cittadini attivi abbiamo voluto dare un contributo pulendo per quattro ore il terreno da pezzi di vetro, teloni di plastica sotterrati, calcinacci, materiali elettrici, polistirolo, pezzi di automobilio scooter, sedimentati e stratificati nel terreno. Abbiamo setacciato e bonificato la terra con le nostre mani, ci siamo chiesti il perché di tanto disprezzo». I volontari che da mesi ripuliscono prati e argini, sono organizzatissimi. Alcuni arrivano all'appuntamento con le carriole su cui caricano i sacchi più pesanti, pieni di vetro e calcinacci, per riportarli in un preciso luogo dove Amia possa ritirali.

«Un imprenditore di Cadidavid che ci segue sul nostro profilo Facebook ci ha regalato attrezzi per giardinaggio e prestato picozza e rastrelli, che abbiamo usato per estrarre i sacchi di plastica sotterrati nel terreno. Tanto lavoro che per noi significa soddisfazione, sapere che la terra torna a respirare e la natura a riappropriarsi del suo spazio. Domenica prossima saremo ancora al parco Ottocento per l'ultimo tratto di fiume, ma abbiamo bisogno di rinforzi, di altri cittadini che ci diano una mano e che condividano con noi i valori di tutela e rispetto ambientale. Poi da metà giugno inizieremo un nuovo progetto di tutela e di valorizzazione del fiume Lorì ad Avesa, con il patrocinio della Seconda Circoscrizione, il comune di Verona, il genio civile della Regione Veneto, e la collaborazione con diverse associazioni ambientalistiche».

Coinvolto anche il curatore di zoologia del museo di storia naturale di Verona e il Wwf con l'obiettivo di «coniugare tutela ambientale e ricerca nell'intento di valorizzare e promuovere la conoscenza del territorio, sempre all'insegna della cittadinanza attiva».

Anna Perlini

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