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giornata elettorale

I referendum non passano: in Italia affluenza al 20.94%, a Verona 31,54%

Schede elettorali per referendum
Schede elettorali per referendum
Schede elettorali per referendum
Schede elettorali per referendum

Non solo sindaci. In tutta Italia, gli elettori sono stati chiamati alle urne anche per i cinque quesiti referendari: sulla «legge Severino» per l’incandidabilità dopo la  condanna, sulla limitazione delle misure cautelari, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari, sulle firme per le candidature al Consiglio Superiore della Magistratura, il Csm.  

Ma a Votare va solo un italiano su cinque, e i referendum vengono bocciati nonostante la maggior parte degli elettori che si sono recati al seggio abbiano votato «sì».

 

AGGIORNAMENTO AFFLUENZA:

  ITALIA VENETO VERONA
ORE 12 6,5% 7,60% 8,21%

ORE 23

20,94% 26,86% 31,54%

 

 

Va ricordato che si tratta di un referendum popolare abrogativo che ha quindi la funzione di «eliminare» alcune leggi. Se si vota «sì», quindi, si sceglie di abrogare la norma in vigore, con il «no», invece, di mantenerla. Si può votare per tutti e cinque, ma anche per un solo quesito. Il referendum per essere valido deve raggiungere il quorum, ovvero il numero di elettori necessario (il 50% + 1 degli aventi diritto, vengono sommati i «sì» e i «no»)

Entrati in cabina elettorale - oltre alle amministrative per chi deve scegliere il sindaco - le schede che troverete saranno rossa (primo quesito), arancione (il secondo), gialla (il terzo), grigia (quarto) e verde (quinto). 

  • Il primo quesito (scheda rossa) chiede se si vuole abrogare il Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. L’attuale Legge Severino, infatti, esclude automaticamente da elezioni e incarichi politici chi ha ricevuto una condanna in via definitiva (per mafia, terrorismo, corruzione e altri reati gravi). Nel nostro Paese, in questi casi, è prevista l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per parlamentari, rappresentanti di governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali (in quest'ultimo caso basta una condanna di primo grado per la sospensione). Se vince il «sì» decade questo automatismo, torna in mano ai giudici - di volta in volta-  la decisione se applicare l'interdizione. 

 

  • Il secondo quesito (scheda arancione) chiede se si vuole abrogare la norma che prevede, in caso di reati gravi, di poter richiedere l’ applicazione di misure cautelari quando vi è il pericolo di reiterazione del reato. Attualmente le misure cautelari possono essere applicate anche nei casi in cui ci sia il pericolo di inquinamento delle prove e il pericolo di fuga. Se vince il «sì» si limita la facoltà da parte del giudice di disporre una misura cautelare nel caso in cui ci sia rischio di reiterazione (e cioè di ripetere) del reato.

  •  Il terzo quesito (scheda gialla) chiede se si vogliono abrogare le norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. Attualmente infatti, per i magistrati è possibile passare, per un massimo di quattro volte, dal ruolo di pubblico ministero a quello di giudice. Se vince il «sì» verrebbe meno la possibilità delle cosiddette "porte girevoli" fra la carriera di giudice e pm. La decisione presa all'inizio della carriera dovrà essere mantenuta. 

 

  • Il quarto quesito (scheda grigia) chiede se si è d’accordo ad abrogare le norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. Attualmente, i magistrati ricevono una valutazione ogni quattro anni dal Consiglio superiore della magistratura ma solo i membri togati, ovvero i magistrati, possono effettuare la valutazione dei loro colleghi, cosa che è preclusa invece, ai membri laici. Se vince il «sì» le valutazioni dei magistrati non sarà questione solamente di altri magistrati ma si aprirebbero anche ad avvocati e professori universitari.

 

  • Il quinto quesito (scheda verde) chiede se si vogliono abrogare le norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura, in particolare quella che prevede l’obbligo di raccogliere da 25 a 50 firme per potersi candidare come membri dell’Organo di autogoverno della magistratura. Se vince il «sì» il candidato potrà presentarsi senza raccogliere le firme. 

 

 

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