<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
rincari

Tutti appesi a un’«app» per un pieno di metano. E i distributori sono a rischio chiusura

Metano. Le tariffe a un distributore FOTO MARCHIORI
Metano. Le tariffe a un distributore FOTO MARCHIORI
Metano. Le tariffe a un distributore FOTO MARCHIORI
Metano. Le tariffe a un distributore FOTO MARCHIORI

Il salasso è pesante per chi è costretto a rifornirsi di metano. Ai distributori quasi tutti i clienti, se possono farlo, virano sulla benzina, e in molti si affidano alle app per individuare il gestore più economico. Intanto i distributori annaspano e ci sono i primi casi di chi non ha retto il colpo e ha dovuto chiudere, come accaduto a San Bonifacio

«Da quasi un anno ormai abbiamo meno del 5 per cento della clientela e in Italia sono a rischio chiusura ben 1.500 distributori di metano», evidenzia Aurelio Bozzola, legale rappresentante della Metano Villafranca. «Dopo l’ultimo aggiornamento il prezzo attuale per non vendere andando in perdita è di 4,99 al chilo, non ci sono alternative. Si salva solo chi ha anche gpl, benzina e diesel. Io per esempio avrei già chiuso se non avessi un’altra pompa con tutti i carburanti a Buttapietra».

Qualcuno beneficia ancora dell’effetto di vecchi contratti, come il distributore di Basso Acquar che è tra i più convenienti con il prezzo a 2,99, ma l’anno termico per il 99 per cento dei gestori si chiuderà il 30 settembre e dal primo ottobre, se la situazione non verrà stravolta da un blocco dei prezzi, in molti saranno costretti a chiudere. Anche il metano liquido, oltre a quello gassoso, è salito di prezzo. Lo sa bene Federico Bonato che gestisce tre impianti tra Villafranca, Mozzecane e San Bonifacio, più altri due a Brescia e Cesena. 

Leggi anche
Prezzo del metano alle stelle, un distributore: «Nessun cliente per una settimana, costretti a chiudere»

«Abbiamo impianti di metano caricato a freddo che compriamo direttamente in forma liquida ma ciò non ci esula dal monitorare tutti i giorni l’andamento degli indici del metano per capire quando acquistare. Oggi come oggi riuscire a vendere a 2,49 euro al chilo significa essere tra i più concorrenziali, ma è comunque un’enormità per chi si rifornisce, visto che fino a settembre del 2020 il prezzo era di 0,99 centesimi». 

Il rialzo è stato progressivo e alla fine del 2021, con l’esplosione della guerra in Ucraina, sono esplosi anche i costi. «Abbiamo dimezzato il giro d’affari per il metano destinato ad auto e furgoni, mentre per fortuna è rimasto invariato il volume di metano per camion e tir, ambito in cui siamo particolarmente forti», conclude Bonato. «Viviamo alla giornata e stringiamo i denti. Se continua così il prossimo mese dovremo sfondare i tre euro anche noi, sperando che lo stato continui a garantire l’Iva al 5 per cento anche dopo la metà di settembre». 

I più colpiti da una scelta ecologica ormai insostenibile sono gli automobilisti che hanno acquistato mezzi a metano prima del 2000, senza alternative di carburante. Gli altri possono bene o male viaggiare a benzina, anche se la scelta non è così indolore. È il caso di Chiara, veronese incontrata ieri al distributore di via Avesani, dove lo scorso settembre, con il contratto ancora bloccato e i prezzi decisamente inferiori ad altri, si creavano file lunghissime di auto. Dalla primavera anche questo gestore ha dovuto però cambiare il contratto. 

«Devo affrontare un viaggio lungo e il serbatoio della benzina tiene pochissimo, circa 6 euro, quindi ho fatto un pieno di metano», spiega Chiara. «Non avevo mai pagato prima 40 euro per riempire il serbatoio e questo è comunque uno dei distributori ancora più economici. Io e mio marito abbiamo comprato l’auto poco più di un anno fa e ci avevano proposto l’elettrica ma, facendo due conti, ci sembrava ben più conveniente il metano. Chi poteva immaginare un simile cambio di scena. Per fortuna anche la cucina economica per casa è stata acquistata due mesi prima della guerra e questo inverno ci scalderemo con quella». 

Anche chi fa la revisione non ha alternative. Per le verifiche del caso il serbatoio del metano deve essere pieno. E poi c’è chi si arrabatta come può, come il un residente di Fumane che lascia la Valpolicella per raggiungere Sommacampagna, pur di risparmiare. «Molti distributori economici superano già la mattina il limite di erogazione. Entro i 2,20 euro è ancora conveniente, altrimenti è più vantaggiosa la benzina», dice Marcella, che vive a Verona ma lavora in Valpolicella, dove vede i prezzi più alti. «Si parla tanto di elettrico ma non è né conveniente né sostenibile in grandi quantità. Oltretutto i costi dell’elettricità sono pure quelli alle stelle. Qualche mese fa ho ordinato un’auto nuova e sarà a Gpl, anche per evitare blocchi del traffico. Spero che i prezzi non impazziscano ulteriormente»

Chiara Bazzanella

Suggerimenti