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Il caso

Contattato da una finta soldatessa che poi gli chiede soldi. «Attenti alla truffa»

Un veronese 56enne alla fine si è rivolto ai carabinieri e ha fatto segnalazione a Instagram

«Il problema delle truffe d’amore online è che tu pensi di chattare con una bella biondina, in realtà magari dietro lo smartphone c’è un omone di 200 chili». Oliver, 56 anni, di Caprino, ha rischiato di cadere nel trappola tesa da chissà quale organizzazione internazionale. Ma ha mangiato la foglia e, “curioso di vedere fino a dove sarebbero arrivati”, ha finto di essersi fatto abbindolare.

 

L'abboccamento con «Isabela»

La “biondina” in questione, l’esca che avrebbe dovuto ingannare Oliver, era una soldatessa americana, tale “Isabella Amelia”. Al cinquantaseienne, però, è bastato fare una ricerca su Google immagini per scoprire che la foto profilo della bella soldatessa era, in realtà, un fake e apparteneva a una marine statunitense molto nota, pilota di bob.
Il primo contatto è avvenuto su Instagram: il profilo fake della soldatessa ha messo un like a un’immagine scattata da Oliver, fotografo amatoriale. Di lì i primi messaggi sui social e lo scambio di numero di cellulare. «All’inizio ci siamo scritti un po’ di messaggi su whatsapp per conoscerci: lei mi ha detto di trovarsi in Siria per una missione di pace», racconta Oliver. «Mi sono subito accorto che qualcosa non andava perché, di volta in volta, la sensazione era di stare parlando con persone diverse, e probabilmente era così».

 

La richiesta di soldi

Dopo i primi «abboccamenti», la finta soldatessa spiega al cinquantaseienne che nel campo militare in Siria non ha accesso al suo conto bancario. E subito dopo, la prima richiesta: una sorta di carta prepagata per fare il backup del computer. Oliver non ci casca. Lei torna alla carica e spiega che, una volta conclusa la missione in Siria, è sua intenzione trovare un uomo con cui stare, Oliver nella fattispecie, comprare una casa in Italia e avviare un’attività immobiliare. Poi dice al cinquantaseienne di aver partecipato a una missione segreta e di avere dei lingotti d’oro da nascondere, chiedendo a lui dei dati personali per affidarglieli. «Sapevo dove volevano arrivare, ma sono una persona curiosa e sono stato al gioco. Poi riferito tutto quanto ai carabinieri, che mi hanno detto di rivolgermi alla polizia postale», conclude Oliver.

«Ho cercato di contattare la vera soldatessa e ho fatto la segnalazione a Instagram: purtroppo queste cose non dovrebbero succedere e ci tengo a far conoscere questa storia, perché non voglio che altri vengano truffati. È facile cadere in queste trappole». 

Manuela Trevisani

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