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Tra note positive e criticità

Trent'anni di volontariato: cos'è cambiato? Dove andiamo? Il convegno del Csv

Un confronto pubblico su welfare, benessere delle comunità e ripartenza attraverso la collaborazione tra non profit, enti pubblici ed attori del territorio
Csv, la diretta del convegno in sala Marani
Csv, la diretta del convegno in sala Marani
Diretta convegno Csv 1° ottobre 2022

«Trent'anni di volontariato: cos'è cambiato e dove andiamo». È questo il titolo del convegno che il CSV, Centro di Servizio per il Volontariato, di Verona ha organizzato questa mattina in Sala Marani, all'ospedale di Borgo Trento (e in diretta streaming su YouTube e Facebook) per festeggiare i 25 anni di attività al fianco delle associazioni di città e provincia.

Un confronto pubblico su welfare, benessere delle comunità e ripartenza attraverso la collaborazione tra non profit, enti pubblici ed attori del territorio.

Le note positive: la reazione tenace e creativa alla pandemia

Un volontariato forte e radicato da decenni sul territorio che ha saputo reagire all’impatto negativo della pandemia con tenacia e creatività e che sta uscendo da questi anni complessi provato ma anche rafforzato, con nuova linfa e giovani volontari pronti a mettersi a disposizione e sperimentare. E ancora, nuove sinergie sul territorio, tra enti e istituzioni e una nuova legge sul Terzo settore che amplia gli orizzonti del sociale includendo formalmente attività culturali, sportive, ricreative e molto altro e che crea spazio per nuove alleanze tra pubblico e Terzo settore.

Le note negative: costi e rincari pesano sulle non profit

Costi e rincari che pesano anche e soprattutto nelle casse delle associazioni non profit; ristori che difficilmente arrivano a offrire refrigerio al mondo del volontariato, che pure rappresenta un perno insostituibile per il welfare. Non ultimo, una nuova legge sul Terzo settore, datata 2017, che ancora stenta ad attuarsi pienamente sul piano operativo con alcuni decreti attuativi ancora da approvare, tra cui il pacchetto fiscale.

L'analisi della situazione a 30 anni dalla legge sul volontariato

In estrema sintesi, è questo il quadro entro cui si muove l’associazionismo veronese e sui cui si sono focalizzati i lavori di questa mattina. L’obiettivo è conoscere i partner legati a doppio filo al Terzo settore e come si muovono sul territorio per raccontare buone pratiche di coprogettazione e sperimentarne di nuove. Inoltre, capire come si sta dettagliando la Riforma del Terzo settore che quest’anno si è arricchita di nuovi tasselli fondamentali per decretarne l’effettiva operatività.

«Ora entriamo nel merito dell’operatività della Riforma con nuove regole di funzionamento concrete, alcune già arrivate molte altre da venire e sulla cui costituzione stiamo costantemente vigilando, grazie anche al lavoro di CSVnet, l’associazione nazionale dei CSV territoriali», spiega il presidente del CSV di Verona Roberto Veronese.

Un milione di volontari ha lasciato nell'ultimo anno

Tra gli interventi più attesi, infatti, quello di Chiara Tommasini, veronese, ora alla guida di CSVnet. «Nell'ultimo anno, a livello nazionale dati Istat alla mano, un milione di persone non è riuscito a proseguire il proprio impegno nel volontariato. Non è un grido d'allarme ma è un numero che ci deve far riflettere. Chiediamo sostegni concreti ed effettivi alle associazioni di volontariato e al mondo del Terzo settore che, come imprese e famiglie, stanno soffrendo il caro energia. Non è pensabile accorgersi sempre all’ultimo momento che le realtà sociali risultano escluse dai ristori previsti», è l’appello che Tommasini ha rivolto a quello che sarà il nuovo esecutivo.

«Con la Riforma, anche il nostro ruolo come CSV si è allargato. Avere un nuovo assessorato al Terzo settore per il Comune di Verona rappresenta una buona opportunità sul territorio per gettare le basi di un’ampia collaborazione tra realtà diverse: dalle istituzioni, alle amministrazioni locali, dalle aziende sanitarie al mondo accademico, dall’associazionismo al non profit: l’obiettivo di questa giornata è capire come lavorare insieme al meglio per la collettività, tra buone prassi già consolidate e altre da costruire, sulla base delle novità che nuove leggi e le nuove esigenze comportano», analizza Cinzia Brentari, coordinatrice del CSV di Verona.

La «rete» e i progetti attivi sul territorio

Molti interventi della mattinata, infine, hanno riguardato il tema dell’azione civica e sociale come collaborazione tra attori diversi: Terzo settore e volontariato, pubbliche amministrazioni, cittadini e donatori. Erano presenti in sala Marani i rappresentanti di Azienda sanitaria scaligera ULSS9, Conferenza dei Sindaci, Comune di Verona, Fondazione Cariverona, Università degli Studi di Verona; realtà che oltre a patrocinare l’evento, sono state importante parte attiva del confronto, tra riflessioni e l’illustrazione dei concreti progetti attivi sul territorio.

Ad aprire il convegno, dopo i saluti delle istituzioni, Tommasini e a seguire Luca Gori, docente di diritto Costituzionale della Scuola Sant’Anna di Pisa e Luciano Gallo, referente contratti pubblici e innovazione sociale del diritto del Terzo settore di ANCI Emilia-Romagna. Nella seconda parte della mattinata di lavori, invece, si è svolta una tavola rotonda di approfondimento su esperienze veronesi di co-progettazione tra istituzioni diverse e Terzo settore per il bene comune.

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