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STUDENTI ECCELLENTI

La maturità 2022 tra pandemia e normalità: «Per noi un esame da 100 e lode»

Non è calato del tutto il sipario sull'esame di Stato e complice l'onda lunga della pandemia, nelle scuole veronesi c'è ancora qualcuno che, lontano dalle vacanze estive, sta trascorrendo le proprie giornate ripassando per l'orale. Le procedure dovrebbero concludersi tutte entro il 19 luglio, fa sapere Laura Donà, coordinatrice dei dirigenti tecnici dell'Ufficio scolastico regionale per il Veneto e ispettrice incaricata di vigilare sugli esami di Stato a Verona, esami che quest'anno hanno coinvolto 7.040 studenti e 174 candidati che si sono presentati da privatisti. Intanto sono parecchi quelli che hanno raggiunto l'agognato traguardo e alcuni di loro conquistando anche la lode.

Sono i giovani protagonisti delle nostre interviste, che ora puntano dritto all'università: qualcuno ha già individuato il corso di laurea, qualcuno lo sta ancora valutando, qualcun altro attende di superare il test d'ammissione per festeggiare. Donà traccia con loro un primo bilancio. «Il ripristino delle prove scritte è stato un obiettivo importante, sebbene si sia dovuto scontrare con la complessità data dai contagi», afferma. «Tra docenti risultati positivi al Covid, abbiamo dovuto sostituire anche all'ultimo minuto diversi commissari e un certo numero di presidenti. Ma la misura del fenomeno la dà, forse più di tutto, la sessione suppletiva», che si è svolta il 6 e 7 luglio. «Quest'anno ha coinvolto 20 studenti, mentre in periodo prepandemia riguardava due o tre diplomandi al massimo», commenta Donà.

È la fotografia della maturità 2022, in un anno scolastico ancora segnato dall'emergenza sanitaria, ma concluso nella quasi normalità, dopo lo stravolgimento degli ultimi due anni. Sono state ripristinate le due prove scritte (la prima preparata dal Ministero dell'istruzione, dunque uguale per tutti, la seconda caratterizzante l'indirizzo specifico e predisposta dai docenti) seguite dal colloquio orale, esattamente come nel 2019. Rimodulato invece il sistema di assegnazione dei crediti, per la prima volta perfettamente bilanciato tra percorso di studi ed esame finale: fino a 50 punti per il credito scolastico maturato nel triennio (nel 2020 e 2021 valeva 60 punti) e un massimo di altri 50 punti sommando le tre prove finali (15 il primo scritto, dieci il secondo e 25 l'orale). «Si è tenuto conto del fatto che questo gruppo di studenti arrivava da un triennio difficile e soltanto quest'ultimo anno ha potuto affrontare un percorso scolastico regolare, seppure dovendo gestire isolamenti e quarantene», sottolinea Donà. «Per quello che ho potuto vedere, girando tra le varie commissioni, tutti i ragazzi si sono approcciati all'esame con serietà». E nel corso delle prove, dice, ha fatto irruzione l'attualità più stringente: «Il conflitto tra Russia e Ucraina, la crisi energetica, la questione ambientale... Sono tutte questioni che i ragazzi hanno sollevato, specialmente durante il colloquio, dimostrando attenzione verso la realtà in cui sono immersi, che avvertono come rilevante anche per il loro futuro e per il prosieguo degli studi».

CHIARA SABAINI - Dieci in tutte le materie: «Ora vorrei fare la prof»

Tra gli studenti da cento e lode usciti per primi dalla griglia degli scrutini c'è Chiara Sabaini, di Montorio, arrivata alla maturità con una media stellare: dieci in tutte le materie. Ma guai a chiamarla secchiona. «In questi anni ho sempre giocato a pallavolo, facendo tre allenamenti alla settimana più la partita, e ho collaborato come animatrice in parrocchia per due pomeriggi alla settimana. Non è pesante, se fai quello che ti piace. E così i risultati sono cresciuti in parallelo. Ma è grazie allo studio e ai miei professori, che ho capito cosa voglio fare nella vita: l'insegnante. In quale ambito, ancora non l'ha ancora deciso. «Ho scoperto una vera e propria passione per le discipline umanistiche, ne ho colto il senso e con grande facilità mi restavano impresse le nozioni. Non a caso, per la prova scritta di italiano ho scelto l'analisi del testo poetico di Pascoli. Però amo molto anche la matematica e per questo non ho ancora scelto a quale corso universitario iscrivermi», spiega. Il segreto del successo, dice, è stato arrivare agli esami di Stato consapevole di aver fatto un buon percorso. «L'agitazione c'era, eccome», racconta, «ma mi sono detta: lo so fare. E in un attimo era tutto passato». Giudica positivo il ritorno alla maturità in versione più classica, dopo due anni con soltanto il maxi colloquio: «Il mix di prove scritte e orali ti dà modo di misurare le tue conoscenze e di metterti alla prova». «Il quarto anno, se devo essere sincera, è stato forse il più pesante, per la continua alternanza tra didattica in presenza e a distanza. È stato importante poter trascorrere la quinta in presenza. L'esperienza scolastica riguarda anche il rapporto umano. Un aspetto non secondario».

RICCARDO CASTIGLIONI - La dad non ha penalizzato: «Il futuro? Nella politica»

Dalla matematica alla politica. Dall'indirizzo scientifico delle scienze applicate allo studio dell'economia e finanza alla Bocconi di Milano. Riccardo Castiglioni, di Porto San Pancrazio, è già proiettato verso una carriera nella «cosa» pubblica. «Sogno un futuro in politica. Mi sono anche candidato alle ultime elezioni amministrative. Non è andata come speravo», sorride con lo sguardo tenacemente puntato all'orizzonte, che insegue velocemente in sella alla sua bici da corsa. E prosegue: «Ho trattato l'argomento anche nella prova di italiano, scegliendo la traccia sulla costruzione di una politica internazionale e analisi degli effetti post Covid. Ho parlato dell'importanza di applicare, per quanto possibile, una politica comune per gestire le grandi emergenze globali e le sfide che nei prossimi anni dovremmo gestire, prima fra tutte il cambiamento climatico». Tutto è cominciato con l'attivismo studentesco, «facendo il rappresentante d'istituto durante gli ultimi due anni di scuola», precisa, un impegno che non gli ha impedito di mantenere la media alta e di diplomarsi al liceo Copernico con la lode. «Ho sempre messo lo studio al primo posto. È stata e sarà la mia priorità. Studio anche otto o nove ore al giorno, dedicandomi a tutto il resto nei ritagli di tempo», ammette. In questo senso, i due anni di pandemia e la didattica a distanza non lo hanno penalizzato. «La Dad ha aiutato chi già andava bene a scuola. Ma sicuramente tutti abbiamo capito quanto sia bello andare a scuola, mentre prima ci si lamentava. Sono contento di aver fatto l'ultimo anno in presenza e gli esami al completo, per poter dimostrare ciò che sapevo fare senza essere aiutato dall'eliminazione degli scritti.»

MARCO ZENARI - Conta il metodo di studio: «E ora il test di medicina»

«Tanto studio e sacrificio. È difficile essere bravi allo stesso modo in tutte le materie, dunque per arrivare a questo risultato ci vuole molto impegno in ogni caso. Il segreto? Bilanciare gli sforzi tra le discipline in cui si riesce meglio e quelle in cui si riesce... meno». Ad aiutare Marco Zenari a chiudere il liceo Copernico con il massimo dei voti è un metodo di studio che funziona un po' come una formula matematica. «Ma non è necessario stare incollati alla sedia per essere un bravo studente. Io, fra l'altro, fermo non ci sto di sicuro: mi piace allenarmi in palestra e andare a camminare», sorride. Non è un caso che agli esami di maturità si sia concentrato sulla tutela dell'ambiente. «Un contributo importante deve arrivare dalla politica nazionale e internazionale, mettendo dei paletti entro i quali assicurare un aumento della temperatura», spiega con passione. «Però ritengo necessario che ognuno di noi faccia la sua parte», aggiunge. Dopo aver conquistato il cento e lode, lo aspetta una vacanza studio in Inghilterra. Dopodiché, a settembre, il test di Medicina, la prova universitaria più temuta. «La passione nasce dalle materie scientifiche: mi piace capire come funzionano le cose e trovare soluzioni quando funzionano male. La Medicina, inoltre, permette di applicare a tutto questo anche un aspetto profondamente umano, quello della cura e dell'aiuto. Se non dovesse andare come spero, opterei per Biotecnologie».

MARIA ZECCHINI - Verso lettere classiche: «Cinque anni stupendi»

Reduce da un percorso di ambito classico al liceo Maffei, ma desiderosa di continuare ad approfondire le conoscenze, Maria Zecchini, di Santa Maria in Stelle, è già indirizzata verso l'iscrizione a Lettere classiche e verso una futura carriera nell'insegnamento, magari nella stessa scuola in cui si è diplomata con il cento e lode proprio in questi giorni. «Sarebbe un sogno», ammette. Forse anche perché, racconta, «l'esperienza di questi cinque anni è stata estremamente positiva. Ho scelto il percorso giusto, l'ho sentito mio e su questo vorrei puntare anche per costruirmi la carriera come docente di greco e latino». Dopo l'estate, l'aspetta il test d'ammissione alla Scuola Normale di Pisa: «un obiettivo ambizioso». Da Praga, dove sta festeggiando la tanto attesa estate della maturità con alcuni (ormai) ex compagni di classe. «Devo ammettere che quando è arrivata la notizia del ripristino delle prove scritte, non ero affatto tranquilla. Alla fine sono andati bene, perciò saranno un ricordo di cui sarò sempre soddisfatta». Un po' è colpa della pandemia, che inevitabilmente ha avuto qualche effetto negativo anche sui bravissimi. «Ho perso la routine che avevo da sempre», racconta, «e siccome mi piaceva molto stare a scuola, in quei primi mesi mi è pesata moltissimo la mancanza del contatto. In Dad faticavo a mantenere lo stesso livello di attenzione che avevo in classe e l'apprendimento, subito, ne ha risentito».

 

Laura Perina

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