«Togliere i braccioli dalle panchine non è “inclusione”, non è “umanità”. Umanità è dare strutture accoglienti ai meno fortunati, non lasciare sbandati sulle strade». Nei giorni in cui l'amministrazione Tommasi toglie i braccioli antibivacco dalla panchine comunali, volute e installate dall'allora sindaco Flavio Tosi, quest'ultimo - ora neo deputato - difende le proprie scelte e va all'attacco.
«Toh le anime belle della sinistra tolgono i braccioli anti-bivacco dalle panchine. Parlano di “inclusione” pensando che inclusione significhi incentivare i senzatetto a dormire distesi al freddo sulle panchine e non - come facevano le mie amministrazioni senza tanti proclami – fornire loro un letto caldo attivando i servizi sociali del Comune», scrive in un post sui social allegando una foto di panchine con bracciolo al Central Park «nella civilissima New York».
«Ma capisco che sia molto più facile togliere i braccioli e dire: “Hai visto che buoni noi che siamo, contro quel cattivone di Tosi?”. Vero assessore Benini?», aggiunge attaccando direttamente il neo assessore all'Arredo urbano. «Peraltro non è un bello spettacolo per famiglie, bambini, anziani che vorrebbero usufruire dei parchi pubblici e delle panchine vedere persone – chiunque esse siano, italiani, stranieri, ricchi, poveri, adulti o adolescenti – dormire bellamente stravaccate. Affermare il contrario è la fiera dell’ipocrisia buonista, quella ammantata di virtù pubbliche (per fare bella figura) e dei vizi (ergo indicibili pensieri) privati».
E conclude con una stoccata all'attuale sindaco e al precedente, Federico Sboarina: «Ma questa ipocrisia è probabilmente la filosofia che permea il concetto di decoro urbano della sinistra e quindi della Giunta Tommasi, che sta riuscendo addirittura a fare peggio del predecessore in quanto a ordine pubblico. Risultato? La città è un concentrato di accattoni molesti ovunque, sporcizia e degrado dilagante».
La Ronda della Carità
Su Facebook intanto interviene sul tema anche la Ronda della Carità, che assiste i senzatetto a Verona. E la posizione dell'associazione è tutt'altro che equivocabile.
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