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a Roma tra autografi e selfie alla Festa dell’Unità

Elezioni, Tommasi esporta il modello Verona: «Il centrodestra? Si batte giocando alla Zeman e parlando di valori»

Il sindaco Damiano Tommasi alla Festa dell'Unità a Roma
Il sindaco Damiano Tommasi alla Festa dell'Unità a Roma
Il sindaco alla Festa dell'Unità di Roma (il servizio di Telearena)

Mettere da parte la paura, esponendo il proprio gioco, anche se diverso. Damiano Tommasi, ex calciatore e oggi sindaco di Verona, ha ben chiaro come le prossime elezioni politiche del 25 settembre dovrebbero essere approcciate. «Concetti un po' zemaniani - ha detto dal palco del Festival dell’Unità a Roma - ma possono attirare le persone disilluse al voto».

«Bisogna raccontare quello che vogliamo essere, il Governo Draghi lo ha fatto. Dobbiamo far emergere l’Italia che vogliamo raccontare, non quella della paura», ha continuato rispondendo a chi chiedeva come si potesse battere il centrodestra. Tommasi, che a Verona ci è riuscito, non ha dubbi: «Dobbiamo essere consapevoli di avere un gioco diverso, con valori condivisi da tante persone che non vedono l’ora di vederli messi in atto dalla politica. Non è questione di battere o essere contro perché la crisi di Governo è la certificazione dello scollamento tra il palazzo e le persone. Le persone a casa di tutto avevamo bisogno tranne che di una crisi di Governo, rappresentato da una personalità indiscutibile a livello internazionale e credibile viste le maggioranze che aveva intorno a se. Non si è capita la tempistica e il terreno da recuperare è quello». E i valori possono essere proprio l’arma per un’eventuale alleanza in chiave elezioni perché «a Verona è successo questo, abbiamo iniziato a parlare di valori sui quali convergere e ci siamo trovati sorpresi dalla convergenza».

Le parole dal palco delle Terme di Caracalla trovano lunghi applausi dei presenti e anche chi vola un po' più in là. «Gioca bene o gioca male, Tommasi al Quirinale», gli dicono mentre firma autografi e scatta selfie con alcuni tifosi nostalgici del suo passato alla Roma. Poi l’incontro con una signora al tavolo preoccupata dalla possibile vittoria del centrodestra con la Meloni Premier. La sua risposta, però, è stata secca. «Dobbiamo andare a votare». Perché se al coro sul Quirinale scherza con un semplice «si sta correndo un po' troppo con la fantasia», sul riportare la gente alle urne è molto più serio. «La sfida è quella, a prescindere dal mese. A votare ci si va se si ha un progetto e non se si parla di paura».

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